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A proposito della Palestina

Ho letto con grande interesse e condivido completamente l’opinione di Tania Taddei ("laRegione 11.8.22, p. 17)", che ringrazio per le sue lucide osservazioni. L’opinione sulle donne, si sa, anche in questo mondo all’avanguardia in tecnologia dittatoriale e guerrafondaia, rimane quella di 100 anni fa. Un’irritazione diffusa tra il popolo, non solo maschile: "Ma in ‘scia ‘n mò?: "Se vöran?": "Quote rosa?", no all’Avs a 65 anni, parità degli stipendi, mee too, c’ero anch’io… "Tant i donn ciciaran…".

La prima pietra della costruzione del Lager Palestina iniziò con i primi scontri militari il 5 giugno 1967 e (a quell’epoca) terminarono il 10 giugno, con la vittoria di Israele su Egitto, Siria e Giordania. Si diceva allora: "Israele dimostrò la forza dirompente del suo esercito e della sua aviazione e conquistò la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza, che appartenevano al territorio Egiziano, la Cisgiordania e Gerusalemme, che appartenevano alla Giordania, e le alture del Golan che erano governate dalla Siria". Avevo 27 anni e mi ricordo il "tifo quasi da stadio" per l’uomo dalla benda nera. Per saperne di più andai a una conferenza di Indro Montanelli, sala della Radio della Svizzera Italiana, e tornai a casa sconvolta dalle parole del grande scrittore: "Non pensate che questi Israeliani siano gli ebrei della Shoah, questi sono come i Texani, solo a caccia di territorio!".

Il tempo ha dimostrato che Montanelli fin dal 1967, in quel caso, aveva visto lontano e giusto. "L’uomo dalla benda nera" (o con la crapa pelata o con capelli fluenti biondi) oggi, 2022, si è globalizzato. E i risultati sono lì sotto gli occhi di tutti, uomini e donne… miopi o presbiti non si sa.