Poche ore prima di sedere sul Palco Reale del Teatro alla Scala di Milano per la Prima di Giuseppe Verdi, Liliana Segre dichiara che nella Striscia di Gaza non vi è stato e non è in corso un genocidio e che “l’abuso della parola dovrebbe essere evitato con estrema cura”.
I principali organi d’informazione internazionali concordano. Nella Striscia il bilancio di 14 mesi d’invasione da parte dell’esercito israeliano è documentato e catastrofico. Oltre 44mila palestinesi uccisi, dei quali 11mila donne, 17mila bambini e oltre 700 neonati. Più di 900 famiglie cancellate. Oltre 100mila feriti. 10mila persone ancora sotto le macerie. In migliaia, inclusi adolescenti e bambini, amputati, spesso senza anestesia fuori dagli ospedali (pochi quelli non rasi al suolo). Uomini, donne, bambini incarcerati, torturati e vittime di stupro. Un’intera popolazione traumatizzata, sfollata più e più volte.
Nell’elenco non figurano migliaia di palestinesi scomparsi che forse la storia ritroverà ben allineati uno accanto all’altro. Hind Hamada aveva solo 6 anni, era ferita ad una mano e ancora in vita quando si nascondeva fra i cadaveri sanguinanti dei suoi parenti uccisi dentro la piccola auto che li stava portando al rifugio dell’ospedale Al-Ahli, a Gaza city. Riuscì a parlare al telefono con la coordinatrice di un numero d’emergenza e poi anche con la mamma Wissam. La bambina terrorizzata raccontò dell’avvicinarsi di un carro armato israeliano: “Il carro armato è accanto a me. Si sta muovendo”. La mamma cercò di rassicurarla, la coordinatrice Rana Al Faqeh le chiese se il carro armato fosse davvero molto vicino. “Molto”rispose Hind con un filo di voce e aggiunse “mamma verrai a prendermi? Ho tanta paura”. Poi la raffica sparata dal tank con la Stella di Davide e l’assordante silenzio. 64 colpi accerterà un’inchiesta internazionale. 64.
Assassinati anche i due paramedici che non esitarono a raggiungere l’area per tentare di salvare la bambina. Con estrema cura si ricordi alla senatrice a vita Segre che le strategie, i metodi e i numeri della guerra, del massacro e dello sterminio scatenati dal comando sono quelli di chi vuole l’annientamento di un altro popolo. Se poi pero l’illustre Signora volesse continuare a non chiamarlo genocidio, quantomeno rabbrividisca. Con estrema cura.