Votare crediti milionari per lenire i danni prodotti dai grandi predatori è un odioso sperpero di fondi pubblici oltre che protrarre all’infinito l’insidiosa e pericolosa presenza dei predatori.
Occorre avere il coraggio e l’onestà di prendere il toro per le corna, senza bassi calcoli elettorali e debellare il male alla radice. Assistiamo sgomenti a mattanze quasi settimanali di pecore, capre e perfino bovini. A quando l’umano?
Causa e colpa l’inconsulta, scellerata e disgustosa protezione legale di cui ancora godono, livida palude che getta alle ortiche principi e valori fondanti volti al bene comune. Ma a cosa servono i ripetuti saggi consigli di acquistare a chilometro zero, favorendo così lo sviluppo di una cultura commerciale di prossimità, quando il predatore spezza brutalmente sul nascere l’anello iniziale e principale della filiera alimentare?
La dipendenza dall’estero, e la storia insegna, specie in ambito alimentare oltre che all’impoverimento economico e sociale culturale e paesaggistico è un cappio al collo. Conflitti armati docet!
Ma è da tempo risaputo purtroppo che spesso gode di maggior ascolto il ciarlatano (schiamazzi pubblicitari) del saggio.