laR+ Il ricordo

Fausto Taminelli

Il dott. Taminelli è stato una figura molto importante della pediatria ticinese. Dopo un’approfondita formazione nelle cliniche universitarie di Losanna e Berna è tornato in Ticino nel 1970: inizialmente oltre all’attività nello studio a Bellinzona è stato responsabile degli ospedali di Locarno e Faido. Nel 1972 è stato nominato primario di pediatria all’ospedale San Giovanni di Bellinzona, carica esercitata fino al 1998. In seguito è ancora stato attivo nello studio fino all’età di 73 anni. Migliaia i bambini curati in tanti anni.

Ho conosciuto il dott. Taminelli da studente, nel 1974 quando ho fatto uno stage di pediatria della durata di due mesi nel suo reparto: già allora mi incuteva una grande soggezione, sentimento che non ho mai perso del tutto nel corso degli anni. Dopo l’Esame di Stato ho voluto ritornare a lavorare nel suo reparto per un anno e mezzo ed è stato grazie a lui che ho scelto definitivamente di specializzarmi in pediatria. È stato il mio primo maestro che mi ha dato fiducia e mi ha insegnato tanto. È stato un esempio di grande dedizione alla cura dei bambini in un momento in cui non si calcolavano le ore supplementari: sempre disponibile in qualsiasi momento del giorno e della notte (il suo numero di telefono mi è rimasto stampato nella memoria). Un’ancora di salvezza. Uno chef esigente ma comprensivo, molto diretto, se aveva qualcosa da dire, te lo diceva, ma mai ti metteva in cattiva luce con il personale o con i genitori dei bambini.

Caro Fausto, ti ringrazio per tutto quello che mi hai insegnato: il rispetto per i bambini, per le mamme, il rigore, l’umiltà e l’onestà nell’esercizio della professione. Mi hai insegnato che, anche come medico, davanti a certe situazioni tragiche si può piangere. Ti ringrazio per avermi permesso di conoscerti meglio: negli anni si è sviluppata un’amicizia, soprattutto dopo il mio rientro in Ticino. Ho anche avuto la fortuna di conoscere meglio tua moglie Madou. Ci siamo frequentati regolarmente: in montagna, al grotto, al museo, a casa, tante volte in Toscana.

Caro Fausto, mi mancherai, ci mancherai. Ci mancheranno la tua gentilezza, la tua grande cultura, la tua sensibilità per l’arte, il tuo spiccato senso dello humour, le tue abitudini alimentari (niente verdura e tanti dolci) ma soprattutto il tuo affetto.