Il succo degli interventi televisivi di Alessandro Orsini professore di sociologia del terrorismo internazionale dell’Università di Roma Tre mi ha convinto: Ue, Nato (e mettiamoci pure noi svizzeri) dobbiamo chiedere scusa al popolo ucraino perché lo abbiamo indotto a credere che se la Russia avesse invaso l’Ucraina, la Nato sarebbe intervenuta o almeno i Paesi occidentali avrebbero fatto… qualcosa.
Se il presidente Volodymyr Zelenski continua a chiedere la no-fly zone e più armi è la conseguenza dell’atteggiamento di Nato e Ue. Noi questo popolo lo abbiamo già ingannato una volta (nel ’14); ora il meglio che possiamo fare è limitare i danni e cercare di fare meno morti possibile. I governi dell’Ue non stanno facendo nulla, neanche con le armi, perché non inviano quelle ‘importanti’. Se la Francia e la Germania vogliono riempire di armi l’Ucraina che lo facciano. L’Italia deve usare quei soldi x costruire enormi ospedali e accogliere i bambini ucraini ai confini settentrionali del Paese.
Il prof Orsini è per una rottura in seno all’Ue: l’Italia deve avere un ruolo di pace. Rifornire di armi l’Ucraina è un errore, un’ecatombe. Questa è una guerra persa in partenza; o diamo a Putin quello che vuole o se lo prende lo stesso, si prende l’Ucraina tutta! (Non sto a fare l’elenco dei ‘sacrifici necessari’, perché mi piange il cuore).
Noi facciamo un cattivo servizio all’Ucraina, all’Europa e al mondo se non gli impediamo di uccidere altri bambini, altre donne, altri ucraini. Similmente se continuiamo a demonizzare Putin. Se vogliamo trattare con lui, va umanizzato! Se lo mettiamo alle corde, quello spiana tutta l’Ucraina e i milioni di ucraini che ancora ci vivono e resistono.
La resa, purtroppo, è la sola via praticabile per chi vuole la pace.