Chi si oppone a vaccinazioni e a misure anti-Covid, sostenendo con fake news le proprie tesi in modo rigido e intollerante, manifesta paranoia, insipienza e nevrosi. La paranoia è di chi valuta cospirazioni a suo danno in modo irrealistico ed è come la febbre: quando è troppa, si finisce in clinica.
La pandemia ha così messo in evidenza che, già prima, la salute mentale tra la popolazione non era così buona. Le fake news addotte non sono opinioni, ma falsità che non resistono alle analisi critiche, inventate e propugnate senza vergogna da chi dimostra unilateralità, ignoranza tecnica e fattuale, il contrario di quanto vorrebbe far credere. C’è chi si è fatto leader, esercitando il potere sugli altri in modo gratuito, invece di meritarselo per costante impegno sociale o politico.
Cosa porta tutte queste persone a rifiutare, anche ostentatamente, misure di protezione e vaccinazioni, di fronte agli innegabili numeri di ammalati, ospedalizzati, in long Covid e morti in anticipo? C’è una forza psichica che pone loro la salute in secondo ordine. Per essere così forte, si tratta di un bisogno rimasto insoddisfatto per lungo tempo: è il loro bisogno di autonomia e di affermazione di sé!
Questa nevrosi esce allo scoperto ora che l’obiettivo da contrastare è debole: lo Stato democratico, un nemico senza faccia, troppo facile da affrontare, sentendosi anche “protetti” dalla massa in cui si rinchiudono a riccio. Ben altro sforzo richiederebbe loro l’autonomia vera di cui sentono di aver difettato, quella capacità di agire quotidianamente, col coraggio di osare, senza farsi troppo condizionare da familiari, datori e colleghi di lavoro, cerchie di amici. L’occasione della rivincita li fa sentire importanti, ma non durerà.
Oggi ringraziano la pandemia. Domani il cambiamento climatico?