La follia della paura del virus, in due anni ha visto l’Europa e la Svizzera sprofondare in un baratro autoritario e totalitarista mai visto prima dai giovani. Sicché la paura di esprimere un pensiero critico ora è chiaramente maggiore della paura del virus del Covid. Copiando le misure cinesi del 2019, e sotto il nome di emergenza sanitaria, nessuno ha osato chiedere se quelle misure adottate da loro erano giuste, necessarie, e in rispetto dei diritti umani. I governi, ghiotti, hanno tolto i diritti fondamentali di libertà e di autodeterminazione un pezzo alla volta e senza farsi sfuggire l’occasione. Sicuramente si poteva e si doveva fare diversamente. Per giustificare tali mezzi, ci hanno poi rubato anche la scienza, sicché ora anche nella scienza, se hai una posizione diversa, non sei qualificato. Ma la scienza, non è mai stata con qualcuno, tantomeno con un governo. E soprattutto la scienza non si è mai occupata dei diritti e delle libertà, e tra il consiglio scientifico e una legge imposta, non solo ci sta il cosiddetto mare, ma anche l’universo stesso. Alcuni ricercatori hanno fatto ben notare che le restrizioni non servono. Si deve aggiungere che anche se servissero e fossero raccomandate, i governi non avrebbero alcun diritto di imporle. La Svizzera, che anche nei tempi più oscuri della storia occidentale ha sempre cercato di mantenere un filo di razionalità e decenza, dovrebbe prendere un passo chiaro e deciso a favore delle libertà individuali e lasciare che ognuno decida autonomamente quanto tutelarsi e quanto rischiare. La sensibilità altrui non dovrebbe danneggiare gli altri, soprattutto in questi tempi, dove il virus perpetuo della paura e dell’autoritarismo sta schiacciando i giovani e le persone che hanno delle attività indipendenti.