Fregatura anche biblica, Abele è rinato nelle città, non solo, ma pur sempre. Si fa cultura, si va al cinema, in discoteca, c’è un centro/teatro/palco alternativo. C’è anche il resto classico, pure con la mancia. C’è magari l’orto urbano, il viale alberato, la zona 30, un po’ meno posteggi, ma il tram. C’è il lido, la piscina coperta, lo stadio, il palazzetto dello sport e le cooperative d’abitazione. Città, non a scapito delle periferie. Altrimenti dove vai? Le città, salvo Lugano, votano il liberal-centro-sinistra non a caso. A Lugano con anni di destra, manca tutto e si vede benissimo. Fra mille motivi, mettila come vuoi, ma non abbiamo lo stadio aggiornato, i quartieri abitabili, la Rote Fabrik, né la Reithalle ecc., solo macerie. È quel che non c’è più di una città: il Sassello, il castello di Trevano, il Molino, la Masseria, sempre solo arroganza e – povero Abele – Caino. Speriamo che l’università finisca per portare un’aria nuova. Speriamo. La pianificazione del comparto di Cornaredo è questo, ritardo nella storia fino ai tempi di Caino: speculazione edilizia, strada a 4 corsie (abbracciata allo stadio, dove gli atleti respirano), ancora altri autosili. E se domani non ci fosse più l’auto? Emissioni, effetto serra, energia, gas serra, scioglimento del permafrost (vedi Cengalo), addio ai ghiacciai (e all’acqua per mezza Europa). Sì massimi sistemi, non sarà Cornaredo a cambiar le cose… ma magari si potrebbe fare altrimenti. Non solo per le generazioni future, ma anche per le/gli atleti future/i, che magari potrebbero allenarsi senza maschera antigas (non solo per benzina e diesel, anche con l’elettrico resta un bel po’). Non fatevi illudere. Dite di sì, poi vi pentirete. Fate ancora in tempo a cambiar idea.