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Ricariche rapide

Nel 1985 Emmet Brown, scienziato nella trilogia di Zemeckis “Ritorno al futuro” inserì nella DeLorean un reattore nucleare di potenza tale da permettere il viaggio nel tempo. La spinta necessaria per raggiungere le 88 miglia orarie era fornita dal motore termico della vettura, vera, di 132 cavalli o 97 kW (KiloWatt). Una volta giunto nel 1955 Marty incontrò il giovane Emmet e quando gli mostrò che aveva progettato un generatore da 1.21 GW (GigaWatt), equivalente a 1’646’258 cavalli, egli a ragione sobbalzò meravigliato sulla sedia. Questo si guastò nel viaggio e chi era bambino ai tempi ricorderà che fecero capo a un fulmine per tornare nell’85. Il fulmine ha sì una potenza dello stesso ordine di grandezza, anche superiore, ma una durata inferiore al millesimo di secondo, in realtà ben poca energia. Nell’inserto Mag di Ottobre del Corriere, leggo che le colonnine di ricarica “lente” per auto elettriche erogano 22 kW, mentre un SUV scandinavo propone la presa da 150 kW per la ricarica veloce. Spaziale! Ma facciamo due calcoli. Da qui al 2050 verrà il momento in cui in Svizzera circoleranno un milione di automobili elettriche private. Trascuriamo transiti e veicoli professionali. Con l’informatica si limiterà in qualche modo la ricarica a una sola volta per settimana. Mentre l’industria automobilistica farà sì che sia sufficiente a non rimanere a secco. Quindi ogni notte saranno allacciate alla spina “lenta” 142’857 automobili. Moltiplicando queste per i 22 kW si ottiene una potenza istantanea necessaria di 3.14 GW. Se pensiamo che l’energia di base è attualmente fornita dalle centrali atomiche e che quando ancora funzionava Mühleberg la potenza netta complessiva dei 5 reattori svizzeri era di 3.28 GW, beh, avremo un problema. Ricordiamoci che questi impianti saranno forse spenti in quel momento. Se il lettore ha compreso bene, la valutazione è estremamente prudente. Per la ricarica delle E-auto e per tutti gli altri consumatori, servono quindi l’energia immagazzinata in qualche forma, da qualche parte, ma anche dei generatori in grado di erogare la potenza necessaria. La politica energetica è sicuramente al corrente della situazione, ma lo comunica timidamente perché cozza contro gli obiettivi della transizione dei trasporti all’elettrico. Le soluzioni alternative (senza fossile e nucleare) sono ancora fantascienza, come nel film. Già le ricariche lente non saranno per tutti, figuriamoci le rapide.