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Neutralità sì, Nato no

La neutralità svizzera è un principio sacrosanto che ha permesso al nostro Paese di restare fuori dai conflitti e di esercitare un ruolo unico come mediatore internazionale. Oggi, però, questa tradizione è sotto attacco. Le pressioni per una maggiore collaborazione con la Nato e per l’invio di armi all’estero stanno minacciando la nostra neutralità.

Un recente esempio di questa deriva verso l’abbandono della neutralità è la decisione della consigliera federale Viola Amherd di rinviare la consegna dei sistemi anti-carro destinati all’esercito svizzero per consentire alla Germania di trasferirli all’Ucraina. Pur non essendo formalmente membro della Nato, la Svizzera si sta così gradualmente avviando a prendere parte in conflitti che non la riguardano. L’Udc ha subito criticato questa mossa come una violazione della neutralità, accusando il governo di appoggiare indirettamente una parte in conflitto.

Ciò rappresenta un pericoloso precedente: qual è il limite entro cui possiamo definirci neutrali, se permettiamo che le nostre decisioni servano a sostenere interventi esterni? Sebbene il governo la giustifichi come conforme alla neutralità, questa decisione crea un precedente pericoloso.

La decisione di Amherd si inserisce in un contesto più ampio che vede la Svizzera avvicinarsi progressivamente alla Nato. Non si tratta solo di armi: la partecipazione a esercitazioni militari congiunte e il coinvolgimento con iniziative come lo European Sky Shield, un progetto di difesa aerea guidato dalla Nato, mostrano chiaramente questa tendenza.

Anche la consigliera agli Stati Heidi Z'Graggen ha espresso preoccupazioni e avvertito che l’avvicinamento alla Nato potrebbe rendere la Svizzera vulnerabile, compromettendo la sua credibilità come Stato neutrale. La neutralità è ben più di un principio giuridico: è un fondamento morale che permette alla Svizzera di fungere da mediatore nei conflitti internazionali. Allontanarsi da questo percorso significherebbe perdere l’indipendenza decisionale e morale.

Difendere la neutralità non significa rinunciare alla sicurezza. La neutralità svizzera è un baluardo contro i conflitti globali, mantenendo il Paese indipendente dalle alleanze militari. Un allineamento con la Nato comporterebbe rischi concreti, come il dover prendere parte a interventi collettivi, previsti dall’articolo 5 del Trattato Nato che obbliga alla difesa reciproca in caso di attacco.

La Svizzera si trova a un bivio: da un lato l’avvicinamento alla Nato, dall’altro la difesa della neutralità come valore fondamentale. Se vogliamo preservare l’indipendenza del nostro Paese e continuare a svolgere un ruolo unico nella diplomazia internazionale, dobbiamo opporci all’opzione Nato.

Neutralità sì, Nato no: non ci stancheremo mai di ripeterlo per difendere non solo la nostra sovranità, ma anche la nostra integrità morale e credibilità internazionale.