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Demografia grigionese: sfide e opportunità

“Volevamo braccia; sono arrivati uomini!”. Con queste parole, Max Frisch negli anni 70 riassumeva l’arrivo di numerosi lavoratori, soprattutto dall’Italia, che contribuirono alla modernizzazione della Svizzera, ad esempio nella costruzione di grandi infrastrutture, dighe, ponti, ferrovie, strade ed edifici. All’epoca, la paura della sovrappopolazione e dell’estraneità culturale era molto diffusa.

Oggi, il cantone dei Grigioni si trova ad affrontare un significativo cambiamento demografico, le cui conseguenze sono complesse e di lungo termine. Secondo l’Ufficio federale di statistica, il numero dei contribuenti diminuirà del 13% entro il 2040. Questa riduzione non influenzerà tutte le regioni allo stesso modo: mentre alcune aree potrebbero vedere un aumento della popolazione, le zone italofone, in particolare, registreranno un calo marcato.

Dati recenti evidenziano anche un calo dei frontalieri. Nel secondo trimestre del 2024, il loro numero è sceso di 500, attestandosi a 9’413 lavoratori. Di questi, il 13% lavora in Val Poschiavo, il 17% nella Bassa Engadina e quasi il 50% nella regione di Maloja. Il calo dei frontalieri potrebbe portare a una carenza di manodopera, con possibili conseguenze negative per l’economia dei Grigioni meridionali. L’apertura di una nuova casa di riposo a St. Moritz evidenzia questa sfida: servono più operatori sanitari, ma ci sono già carenze in diversi ospedali.

Uno dei fattori che ha probabilmente contribuito a questa diminuzione è l’accordo fiscale tra Italia e Svizzera, entrato in vigore all’inizio del 2024. Esso prevede la tassazione dei frontalieri in entrambi i Paesi, rendendo meno attraente lavorare all’estero. Nonostante il calo, il numero di 9’413 frontalieri rimane significativo e potrebbe giocare un ruolo importante nella ripopolazione delle aree meridionali, se venissero create condizioni favorevoli.

Per attrarre frontalieri e favorire un insediamento duraturo, è necessario offrire condizioni di vita attraenti. Un ambiente favorevole alle famiglie potrebbe rappresentare una strategia efficace. La situazione positiva nel settore dell’istruzione, come evidenziato da un’analisi dell’Università di Losanna e di Pwc, potrebbe portare a ulteriori investimenti. Un incremento dell’offerta di scuole bilingui, tedesco-italiano, in Engadina potrebbe attirare frontalieri interessati a rimanere nella regione. Le esperienze della regione di Maloja dimostrano che un ambiente educativo inclusivo può incoraggiare le famiglie a considerare i Grigioni come una residenza stabile.

Per la Val Poschiavo e la Bregaglia, le strategie dovrebbero concentrarsi su incentivi economici differenziati, come agevolazioni per la ristrutturazione di vecchie case, trasformandole in abitazioni per famiglie. Questa proposta contribuirebbe non solo alla rivitalizzazione del patrimonio immobiliare nelle valli, ma renderebbe anche la vita nelle aree montane più accessibile, attirando nuove famiglie e promuovendo un equilibrio demografico.

Il futuro demografico ed economico dei Grigioni presenta sfide significative, ma offre anche preziose opportunità. La diminuzione dei contribuenti e dei frontalieri richiede azioni strategiche da parte delle autorità cantonali, regionali e locali. Investimenti nelle infrastrutture educative, incentivi per l’insediamento di famiglie e la garanzia di servizi adeguati sono essenziali per garantire un futuro sostenibile e una crescita equilibrata e duratura per le generazioni future.

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