Parte dei problemi nella nostra società è causata dall'avere ridotto l'essere umano alla sua dimensione economica
Al vescovo Jacques-Bénigne Bossuet (1627-1704), considerato uno dei più grandi oratori della storia, è attribuita la frase: “Dio ride di coloro che si lamentano degli effetti dei quali alimentano le cause”. La nostra epoca, più terre-à-terre, ricorre all’espressione “lacrime di coccodrillo”. Questa è la sensazione che ho ricavato dalla lettura dello scritto degli economisti Spartaco Greppi e Christian Marazzi, apparso sulla Regione dello scorso 21 settembre 2024 e poi richiamato in successivi articoli di questo giornale.
Greppi e Marazzi, se ho capito bene, rimproverano alla politica una certa “aridità” ideale, che sfocerebbe in un approccio “ragionieristico”, molto legato ai numeri, poco progettuale e poco creativo. Greppi e Marazzi, per sottolineare l’urgenza di un cambiamento, concludono il loro articolo parafrasando la frase di Martin Heidegger: “Ormai solo un Dio ci può salvare”. Sono cosciente dei miei limiti, per cui non intendo disquisire con due docenti universitari se dal punto di vista economico ci siano davvero delle alternative preferibili al capitalismo. Per contro, mi sembra evidente che un’economia pianificata, al di là della sua capacità (o meno) di creare benessere, sia uno dei più micidiali antidoti contro la creatività e il dinamismo di una società. Del resto, la pianificazione statale va di pari passo con la burocrazia, con tutto ciò che ne consegue in termini di rigidità maniacale e di diffidenza verso le novità. Se devo descrivere una società “ragionieristica”, mi viene più spontaneo pensare alla Cina che agli Stati Uniti. D’altra parte, il materialismo e il razionalismo (che, en passant, ha la stessa radice di “ragioniere”) sono riduttive chiavi di lettura del mondo che sono state perlopiù proposte (e, talvolta, imposte) da sinistra.
Personalmente sono convinto che un dibattito che si limiti al confronto tra ricette economiche contrapposte colga solo una minima parte dei problemi della società. Anzi, penso che una parte di questi problemi sia proprio causata dall’avere ridotto l’essere umano alla sua dimensione economica. A questo proposito, penso che il pensiero di sinistra abbia delle importanti responsabilità. Lo scrittore, resistente e politico francese André Malraux (1901-1976) ha scritto: “Il XXI secolo sarà spirituale o non sarà affatto”. Insomma, se è certamente importante discutere sul sistema economico migliore per “dare da mangiare” all’uomo, è altrettanto importante avere in chiaro che i bisogni umani vanno bene al di là di avere la pancia piena.