Mi ha sempre affascinato la lettura delle Vite parallele di Plutarco. È un testo che descrive due personaggi della storia classica, riuniti in coppie, per mostrare vizi o virtù morali comuni ad entrambi. Sebbene sia stato oggetto d’infinite riflessioni, finora non ho trovato un uomo famoso, illustre o popolare da affiancare, in parallelo, al “nostro” Ignazio Cassis. Sulle pagine digitali è difficile trovare un’opinione definitiva e caratterizzante su una persona che ha studiato da medico e alla fatica di seguire e curare chi soffre ha preferito il comodo ufficio governativo dove regna, salvo rare eccezioni, una fredda burocrazia statale. Impressionante è l’accanimento che questo “ministro degli Esteri”, italiano svizzero, comunemente sottomesso al volere imperiale degli Usa, ha sin qui tenuto nei confronti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente. L’Unrwa gestisce 706 scuole, che garantiscono un’istruzione a più di 540’000 bambine e bambini profughi. La metà del budget di programma dell’agenzia è destinata all’istruzione. Dirige140 centri sanitari nella Striscia di Gaza, offrendo gratuitamente servizi medici di alta qualità ai palestinesi. Ogni anno le cliniche dell’Unrwa trattano oltre 7 milioni di pazienti. Sono più di 3 milioni gli esiliati che usufruiscono dei servizi sanitari offerti dall’agenzia. Circa 1,2 milioni di profughi palestinesi vivono in condizioni di estrema povertà. L’organizzazione dell’Onu fornisce inoltre aiuto sociale a 398’000 di loro (stato: gennaio 2022). Questo “signor ministro” già nel 2023 ha iniziato nel creare malanimo e sospetto nell’ambiente in cui lavorava Pierre Krähnbühl, il precedente commissario dell’agenzia, riabilitato personalmente dal segretario generale dell’Onu António Guterres e sostituito poi da Filippo Lazzarini. Viste le cifre delle persone coinvolte e assistite nei fatti recenti dall’Unrwa, mal si comprende come sia possibile abbandonare oltre un milione di palestinesi al loro tragico destino di morire di fame o di essere cannoneggiati e massacrati dagli israeliani. Ancora meno si comprende come le denunce propagandistiche di Israele assolutamente fuori luogo e fuori tempo quando sostengono che cinque o sei impiegati nell’agenzia internazionale d’assistenza abbiano sostenuto Hamas. L’Unrwa impiega nella regione quasi 29’000 persone, prevalentemente profughe e profughi palestinesi. Come si può essere profughi palestinesi che dalla Nakba (la catastrofe) il 14 maggio 1948 sono dovuti fuggire, scacciati in 700’000 dagli ebrei dai territori dell’allora mandato britannico della Palestina e non essere riconoscenti verso chi vuole difenderti? Profughi che sono poi stati rinchiusi in riserve costituite sul modello delle segregazioni degli oltre 9 milioni di nativi degli Usa e del Canada. La drastica riduzione della popolazione indigena del continente americano, avvenuta in seguito all’arrivo di Colombo, tra il ’500 e il ’900, è stata il peggiore genocidio della storia. In che mondo viviamo se gli svizzeri, quelli che hanno scritto la Costitizione del 1848, accettano tutto ciò che fa uno Stato clericale e confessionale quando pone la religione al di sopra della giustizia e dei più elementari e liberali diritti umani? Non è giunto il momento di ampliare il concetto di laicità liberale, dando finalmente alle tessere del mosaico degli innumerevoli genocidi della storia uguale rilevanza invece che l’attuale e innaturale privilegio che dà al solo popolo israelita, oggi ferito, l’autorizzazione di compiere una indegna e spregevole vendetta?