La votazione sulla tredicesima rendita Avs si avvicina e i contrari a questa iniziativa, spronati dall’ampio favore che i primi sondaggi le attribuiscono, stanno moltiplicando le loro attività per convincere la maggioranza della popolazione a votare, questa volta più che mai, contro il proprio interesse. Uno degli argomenti più frequenti è quello che loro definiscono uno spreco di risorse, derivante dal fatto che la tredicesima rendita verrebbe riconosciuta a tutti, come vogliono i principi che reggono l’Avs. E, sempre secondo i contrari, una larga fetta dei beneficiari di questa tredicesima non ne avrebbe bisogno.
La realtà è però un’altra: i continui abbassamenti dei tassi d’interesse e di conversione delle casse pensioni hanno reso una chimera la promessa della costituzione federale di “rendere possibile l’adeguata continuazione del tenore di vita abituale” con le rendite del primo e del secondo pilastro. A ciò si aggiungono gli effetti dell’inflazione, dell’aumento dei tassi ipotecari, degli affitti e gli sconquassi causati dai premi di cassa malati, che i periodici adeguamenti della sola rendita Avs compensano solo in parte.
È quindi evidente che una tredicesima Avs sarà un autentico sollievo per gran parte dei beneficiari, fornendo al tempo stesso un’importante spinta alla congiuntura viepiù in affanno del nostro paese. Chi da alcuni anni si trova a fare sacrifici crescenti non mancherà di farne uso, magari per recuperare parte delle rinunce accumulate. Si tratta quindi di soldi destinati a rientrare in tempi brevi in circolazione, dando un valido contributo all’economia generale, contrariamente agli sgravi fiscali destinati solo a rimpinguare ulteriormente conti già floridi.
Provare per credere; basta votare Sì.