Giovedì scorso a Biasca si è tenuta un’assemblea straordinaria dell’Associazione per gli Ospedali di Valle. Essa è stata convocata su volere del comitato, per discutere del messaggio governativo 8326, presentato lo scorso 20 settembre – il tanto atteso rapporto sull’iniziativa popolare generica “per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, depositata il 27 marzo 2017 con oltre 14’000 firme.
L’iter per arrivare a questo traguardo è stato lungo e tortuoso. Per più di sei anni, a singhiozzo – la pandemia ha ulteriormente allungato i tempi –, si sono susseguiti incontri, discussioni e riflessioni da parte del Dss, dell’Eoc, di esponenti dell’Associazione e di attori della politica comunale e cantonale. Il confronto a volte è stato duro, con posizioni in netto contrasto. Il punto fermo dell’Associazione è sempre stato quello di voler dare un futuro agli ospedali di Faido e Acquarossa, un futuro in quanto strutture sanitarie ospedaliere di prossimità.
La proposta di legge contenuta nel messaggio governativo che ora abbiamo davanti a noi, nero su bianco, fa proprio quello: garantire un futuro ai due ospedali di valle.
Lo fa con un nuovo articolo che darà loro un contenuto concreto e tangibile e dunque un ruolo importante, preciso e ben definito nella panoramica delle strutture sanitarie ticinesi. Esso contiene l’obbligo per i due ospedali di essere accessibili 24 ore su 24, di gestire un reparto di medicina interna generale e un’offerta di cure in ambito riabilitativo o di cure post e sub-acute. Prevede inoltre per gli ospedali di Faido e Acquarossa un servizio di Primo soccorso aperto 7 giorni su 7 e un’offerta di consultazioni specialistiche. In più, vi vien stabilito che l’Eoc favorisca negli ospedali di valle “il perfezionamento in medicina interna generale dei medici in formazione post-diploma […] al fine di incoraggiare un loro possibile futuro professionale nell’ambito della medicina di famiglia”. Un ruolo di primo piano, dunque, nella formazione proprio di quelle figure professionali di cui il nostro cantone e le nostre valli tanto hanno bisogno: i medici di famiglia.
È con grande soddisfazione che ho potuto constatare la posizione chiaramente favorevole dell’assemblea a questa proposta di legge. Sono molto convinta che si tratti di un’occasione unica da cogliere al volo per le nostre valli, per i nostri ospedali, per la sanità ticinese in generale e per la popolazione tutta.
Spero ora che la proposta passi indenne al vaglio della Commissione sanità e sicurezza sociale prima, e del Gran Consiglio poi, di modo che il primo firmatario dell’iniziativa Sebastiano Martinoli la possa ritirare con la consapevolezza di aver raggiunto un’ottima soluzione insieme all’Associazione e ai molti altri attori impegnatisi per gli ospedali di valle.