Cosa c’è di più concreto e urticante della puntura di una, dieci, cento, mille zanzare tigre? Forse solo la passività e in qualche modo l’arroganza dell’esecutivo della turrita a proposito di questo tema infestante. Alla richiesta dei Verdi di chinarsi seriamente sul problema, rispondono infatti senza troppi peli sulla lingua, e sicuramente anche con poco rispetto. “Non si può fare altro che respingere la critica al mittente” dicono quando accusati di non fare abbastanza nella lotta alla zanzara tigre. Peccato però che se facessero abbastanza non sarebbe nemmeno stato necessario interrogarli e ci staremmo tutti bevendo una birra felici nei nostri giardini senza porci minimamente la questione. Sarebbe quindi stato più costruttivo per tutte e tutti che questa critica se la fossero tenuta e l’avessero utilizzata per presentare qualche bella riflessione e nuova idea visto che indubbiamente il problema c’è, persiste e non è destinato a sparire nel nulla.
Per evolvere è fondamentale ascoltare le critiche, soprattutto se queste vengono dalla cittadinanza che sei stato eletto per servire. Cingersi dietro un muro di gomma costruito dal consueto “stiamo facendo tutto bene, non possiamo fare altro” non farà che allontanare la popolazione dalle istituzioni più di quanto non sia già. Fenomeno rappresentato infatti dall’astensionismo al voto (o in parte anche da quello senza intestazione) che puntualmente, nell’analisi post elettorale è in cima alle preoccupazioni di ogni politico, che si dice costernato da questo malandazzo. Rammarico che poi, alla prova dei fatti, si dissolve più velocemente del veleno della zanzara nel nostro sangue. Sì, perché questa è decisamente una prova dei fatti dove alla collaborazione e l’ascolto si è preferita la protezione della propria inerzia.
In quest’interrogazione c’erano diversi spunti, tra cui la richiesta di guardare al di fuori dei confini comunali ed essere proattivi nello stimolare la ricerca e l’implementazione a breve termine di nuovi sistemi di protezione e lotta, invece di continuare a limitarsi a un approccio passivo e inefficace. Ce ne sarebbero sicuramente molti altri, basterebbe voler approfondire.
È deludente vedere come nonostante un problema infestante come questo, nonostante la richiesta di un gruppo del legislativo cittadino a chinarsi sul tema in maniera più seria e nonostante un rapporto della commissione firmato da tutte le forze politiche che invitava il Municipio ad adottare maggiore impegno nell’affrontarlo, la risposta sia stata superficiale e paternalista. Facile lavarsi la coscienza scaricando tutta la responsabilità sui cittadini anche quando questa, evidentemente, non è una soluzione.
Forse sarebbe importante imparare che “le critiche sono come le scarpe nuove. All’inizio danno fastidio, poi se sono di qualità, ti fanno stare meglio”.