laR+ I dibattiti

Lettera dal prato

Ciao formica rossa, sono la cavalletta verde. Non sono in lista per le prossime elezioni ma mi interessa quello che capita attorno a me. Devo dire che sabato mi hai lasciata stordita quando ti ho letto e ho dovuto berci su qualche bicchiere di Lambrusco e cantare più volte Bella ciao prima di riuscire a scriverti. Di solito me ne vado in giro per il prato saltellando non a caso ma seguendo percorsi precisi... Ogni tanto mi fermo a chiacchierare con un grillo a riposo e amo addormentarmi cullata dal suo canto.

Ne capitano di cose nel prato ma ho l’impressione che ogni tanto tu non te ne accorga, impegnata come sei a sacramentare a testa bassa contro chi non la pensa come te. Lo confesso, mi piace stare in pace e non ho mai creduto che gli spari facciano bene all’erba e a tutte le creature che la abitano.

Non scomodo di certo il Papa o qualche vecchio e poco saggio politico in pensione per cantare le lodi della possibilità, per fare l’elogio delle sfumature. Un po’ ti ammiro perché comunque sai scrivere bene: non ti manca l’acido, e non è solo acido formico. Col tuo fraseggio corrosivo sciaboli alla grande contro chi osa porsi delle domande sulla necessità della guerra.

Intanto romba il cannone, scorrazza il carro armato e si alza il tiro perché ora vengono chiamati a gran voce anche gli aerei da guerra. Perciò non capisco la tua agitazione, perché il vento soffia senza ombra di dubbio a tuo favore. Sei partita in battaglia anche tu a sconfiggere chi lascia sventolare quelle che tu chiami con un diminutivo spregiativo «le bandierine colorate». Secondo me un po’ di colore ci sta per allietare gli occhi ma anche l’anima (il Papa non c’entra, sto parlando della leggerezza).

Bon, ricomincio il giro, magari passo da casa del gufo per farmi spiegare da lui o mi faccio invitare a cena dalla talpa che di cose ne sa perché scava, scava in silenzio.

Stammi bene. Pacificamente,

Cavalletta verde