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La Svizzera al centro della lotta ambientale

Giulia Petralli
(Ti-Press)

Alluvioni, incendi boschivi e siccità non lasciano spazio a dubbi: la crisi climatica è qui e ora. Le responsabilità sono evidenti: per decenni la crescita economica materiale è stata anteposta alla protezione dell’ambiente. La nostra economia si fonda, infatti, su un paradigma di crescita continua e misura il progresso con indicatori come il Prodotto interno lordo che premia la quantità di beni e servizi prodotti senza considerare i costi ambientali. Tuttavia crescere all’infinito su un pianeta dalle risorse finite è impossibile. Questo modello non solo sta compromettendo la salute del pianeta, ma anche il futuro della stessa umanità. Riscaldamento globale, perdita di biodiversità, deforestazione e inquinamento delle risorse vitali come aria, acqua e suolo sono i segni tangibili di un sistema al collasso. Eppure la tutela ambientale rimane subordinata alle priorità economiche. Il 9 febbraio avremo finalmente l’opportunità di fare dell’ambiente una vera priorità, votando un’iniziativa che propone un cambiamento fondamentale: garantire che la Svizzera produca e importi beni e servizi rispettando i limiti planetari, preservando così il fragile ecosistema che ci sostiene.

I limiti planetari sono un concetto scientifico che definisce il quadro entro cui la vita sulla Terra può prosperare senza compromettere gli equilibri naturali. Alcuni di questi limiti, come quelli legati al clima e alla biodiversità, sono già stati superati, causando danni irreversibili. In Svizzera, ad esempio, l’aumento delle temperature ha accelerato lo scioglimento dei ghiacciai alpini, minacciando le riserve idriche e mettendo a rischio interi ecosistemi montani. Ma l’impatto ambientale non si limita ai confini nazionali. Una parte cospicua della nostra impronta ecologica si verifica all’estero, attraverso l’importazione di cibo, vestiti e materie prime. Per questo l’iniziativa non si limita a fissare obiettivi locali, ma considera anche l’impatto ambientale globale legato alle merci importate.

Un altro aspetto centrale è l’equità sociale. Le misure per rispettare i limiti planetari dovranno essere attuate in modo socialmente giusto, evitando di gravare ulteriormente sulle comunità più vulnerabili, sia in Svizzera che all’estero. Questa attenzione alla giustizia sociale rende l’iniziativa un modello capace di sviluppare una società eco-sociale. L’iniziativa non è solo una sfida ambiziosa, ma anche un’opportunità straordinaria. Può trasformare la Svizzera in un esempio globale di sostenibilità e giustizia ambientale, dimostrando che economia ed ecologia possono coesistere. Agire ora significa gettare le basi per un futuro più sicuro e resiliente, non più a spese del pianeta, ma nel rispetto dei suoi limiti. È il momento di scegliere. Il 9 febbraio abbiamo la possibilità di fare la differenza.