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La salute dell’Avs riguarda ognuno di noi, ma...

(Ti-Press)
20 settembre 2022
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La salute dell’Avs riguarda ognuno di noi, e naturalmente anche le generazioni future, ma questo pilastro fondamentale della politica sociale svizzera non è isolato. Che senso ha voler cementare questo pilastro richiedendo uno sforzo supplementare a una parte della popolazione già discriminata, e proponendo l’aumento di un’imposta che colpisce più duramente i meno abbienti? Soprattutto in un momento in cui il potere d’acquisto si erode, e ci aspettano tempi difficili.

Il solo argomento che siano le donne a portare l’onere maggiore di questa proposta di finanziamento dell’Avs dovrebbe essere sufficiente a rigettare Avs 21 con un doppio no. Un calcolo molto semplice, basato sui dati della statistica federale, dimostra che se le donne non subissero una discriminazione salariale, allora i loro contributi (con i corrispettivi contributi dei datori di lavoro) porterebbero all’Avs ca. 1,5 miliardi di franchi. Questa cifra è equivalente a quella che Avs 21 prospetta di portare nelle casse del 1° pilastro. Ricordiamo che è dal 1981 che la Costituzione prevede l’uguaglianza salariale. Si dovrebbero forse investire i nostri sforzi in questa direzione. Una casa si costruisce dalle fondamenta.

Però, il voto sull’Avs del 25 settembre non riguarda soltanto le donne. Il fatto che si debba votare su un aumento dello 0,4% dell’Iva per finanziare l’Avs riguarda evidentemente tutta la popolazione nel suo consumo quotidiano. Il fatto che l’età legale di pensionamento, che apre al beneficio dell’Avs, sarebbe rimpiazzata da un’età di riferimento, condurrebbe verosimilmente a un allungamento del tempo di lavoro per tutti. Di fatto, solo il 70% dei lavoratori e il 50% delle lavoratrici beneficiano di una prestazione del 2° pilastro. Si prospetta quindi la necessità per molti di dover lavorare fino a 67 o addirittura a 70 anni. La cosa riguarda ognuno di noi!

È già stato sottolineato da più parti, che l’Avs non ha un grave problema di finanziamento. La salute dell’Avs sarà forse precaria, ma mi sembra che vi siano altre priorità, e non mi pare irresponsabile rinviare al mittente la proposta Avs 21, in attesa di una vera riforma, che si iscriva in una politica sociale di più ampio respiro.