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Gerarchia dei valori: l’Ucraina deve scendere a compromessi?

Man mano che la guerra si trascina e si conoscono varie atrocità belliche, lo stato d’animo collettivo diventa più radicale. La retorica della necessità di sconfiggere l’esercito di Putin sta prendendo piede, non solo in Ucraina, ma anche da noi. A causa dei successi inaspettati delle forze armate ucraine, molti stanno ora scommettendo su un indebolimento decisivo di Putin, o addirittura sulla sua caduta.

Trovo difficile credere che l’Ucraina, anche con il sostegno dell’Occidente, sia in grado di sconfiggere la potenza nucleare Russia. Se questo fosse un videogioco, anch’io scommetterei su tutto o niente. Nel mondo reale, si rischia una guerra lunga e sanguinosa con un numero enorme di vittime, soprattutto tra la popolazione civile ucraina. C’è un rischio reale che vengano usate armi di distruzione di massa. Inoltre, c’è da temere che Putin sia più saldamente in sella di quanto vorremmo.

Nel 2014, mi sono espresso a favore dell’autodeterminazione regionale per l’Ucraina orientale, temendo uno spargimento di sangue. Molti ucraini hanno rifiutato questa idea. Il risultato è noto: separatisti nel Donbass, operazione antiterrorismo ucraina, interferenza militare russa e più di 14’000 morti. L’autonomia delle regioni orientali dell’Ucraina avrebbe potuto evitare i tragici sviluppi che sono seguiti?

Oggi è comprensibile che non sia facile negoziare con l’iniziatore di una guerra di aggressione. Una pace negoziata richiederebbe concessioni da parte dell’Ucraina. Senza un minimo di bottino, Putin non lascerà la presa, nonostante tutte le debolezze dell’esercito russo che la guerra ha rivelato.

Per fare un paragone: in una controversia, per esempio un caso giudiziario, entrambe le parti sostengono di avere ragione – quella che ha oggettivamente ragione e quella che ha torto. Tuttavia, dati i costi del procedimento, a volte è vantaggioso per la parte che ha ragione cercare un compromesso.

Le richieste della leadership russa prima dell’inizio della guerra erano: "Denazificazione, smilitarizzazione, neutralità dell’Ucraina e rinuncia all’adesione alla Nato, riconoscimento della Crimea e dei territori separatisti da parte dell’Ucraina". L’affermazione che l’Ucraina sarebbe governata da "nazisti" è un prodotto della propaganda russa (sebbene, come in altri Paesi, ci siano anche forze nazionaliste radicali). La smilitarizzazione è ovviamente un’assurdità. La neutralità armata, come praticata dalla Svizzera, mi sembra tuttavia un obiettivo fattibile, in combinazione con garanzie di sicurezza internazionali. E mi chiedo se il riconoscimento di un’autonomia ampia per i territori occupati nel 2014 dalla Russia, cioè Crimea e Donbass, non possa incoraggiare Putin ad accorciare la guerra, dalla quale avrebbe interesse a uscire.

Putin agisce con una ragione di Stato assolutista e imperiale a cui tutti gli altri valori devono essere subordinati.

Non dovrebbe la comunità di valori occidentale assumere la posizione opposta e porre la vita umana al di sopra di tutti gli altri valori? Non dovremmo fare tutto per evitare ulteriori spargimenti di sangue? Non dovremmo sollecitare costantemente gli ucraini a raggiungere una pace negoziata? Non dovrebbero i Paesi occidentali subordinare le consegne di armi a questo? Nei media, la differenza tra 20’000, 100’000 o 500’000 morti in Ucraina non sarà grande – è solo un numero. Ma quelli che hanno amici in Ucraina, come me, vogliono rivederli vivi.

Sono consapevole del fatto che l’idea di concessioni da parte dell’Ucraina, per salvare vite umane, non corrisponde allo stato d’animo attuale. Però non ho perso la speranza che una soluzione negoziata metta fine allo spargimento di sangue e che gli ucraini non debbano passare alla storia come un popolo di martiri. Come vittima della guerra di aggressione, l’Ucraina è nel giusto. Ma avere ragione e ricevere giustizia sono due cose diverse.

I Paesi occidentali devono decidere quale obiettivo perseguono e sostengono: scommettono su una vittoria ucraina che potrebbe rivelarsi illusoria, o lavorano per una pace negoziata, in cui molte vite potrebbero essere salvate?