Nell’opporre l’Iniziativa “Giovani senza tabacco” l’argomentazione principale è la libertà: di mercato, di scelta, di espressione. Ma la libertà di chi? Le perdite umane a causa del fumo ammontano a 9’500 all’anno in Svizzera. Inoltre, il fumo causa circa 3 miliardi di franchi di costi per la salute pubblica, che paghiamo tutte e tutti. Oltre a ciò, costa 1 miliardo al settore privato per assenze dal lavoro. Per non parlare dei costi mai quantificati di una ridotta qualità di vita. Tutti costi che vengono pagati da noi, cittadine e cittadini, privati ed aziende.Le tassazioni sui pacchetti di sigarette fruttano circa 2 miliardi l’anno che fluiscono nell’Ava: neanche abbastanza per compensare i costi sanitari. Le sovvenzioni ci restituiscono invece un’immagine a fuoco incrociato: da una parte la coltura del tabacco è sostenuta con quasi 16 milioni l’anno, dall’altra le tassazioni sul prodotto finale aumentano per disincentivarne il consumo. Di nuovo: libertà di mercato, dove? E la libertà di fumare? L’Iniziativa non va ad intaccare il libero arbitrio del consumatore, che potrà continuare a fare uso di prodotti di tabacco. Ad essere vietata sarà unicamente la pubblicità del fumo nei luoghi pubblici, là dove raggiunga giovani e adolescenti. Divieto che è peraltro già diffuso in diversi Cantoni svizzeri. Se tu che stai leggendo fumi sai che non hai cominciato dopo i vent’anni: la stragrande maggioranza delle e dei fumatori comincia in giovane età, là dove è più facilmente influenzabile e anche più vulnerabile ai suoi effetti dannosi. Il fumo è la sfida numero uno in materia di salute per i paesi ricchi. E la Svizzera ha dei risultati pessimi: ha raggiunto tardissimo il divieto di consumo per i minorenni e non ha ancora ratificato la Convenzione per il controllo del fumo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per mancanza di misure. Inoltre, secondo il Global Tobacco Index risulta tra i 10 paesi maggiormente influenzati dalle lobby del tabacco. Che in un paese democratico si parli di libertà di aziende che hanno rallentato per anni, attraverso i vari presidenti e affiliati a Swiss Tobacco e Swiss Tabac in Parlamento, l’introduzione di leggi di tutela contro il fumo lascia sorpresi. Soprattutto di una libertà che, alla fine, paghiamo tutte e tutti.