Questo lunedì la formica rossa della Regione è andata a punzecchiare l’Mps per aver votato con la destra contro la sperimentazione dell’abolizione dei livelli alle scuole medie, affossando di fatto il progetto. Le critiche sono più che meritate, ma la mordace formichina sembra aver mancato il nocciolo della questione.
In questo caso, c’entra poco la tendenza della sinistra di spaccarsi all’infinito in vari gruppuscoli. Il problema è che Mps incarna una tradizione politica – quello che loro chiamano fieramente “trotskismo”, dal nome del rivoluzionario russo Lev Trotsky – che ha nel suo Dna il settarismo e l’odio viscerale per le altre correnti della sinistra, in particolare i “social-traditori” del Ps e gli “stalinisti” del Pc. Le loro credenziali politiche parlano da sé: negli ultimi vent’anni, Mps non ha praticamente mai partecipato a un’iniziativa politica della sinistra che non fosse lanciata e diretta da loro stessi. Guardando all’attualità, basti pensare alla loro assenza nel comitato referendario contro Avs 21, al loro silenzio sulle lotte sindacali nel mondo dei corrieri, o al loro voto decisivo per impedire l’introduzione delle congiunzioni a livello cantonale, che avrebbero rinforzato l’area di sinistra ticinese.
Anche la loro storia è molto eloquente: lungi dall’essere una novità, Mps è la terza denominazione scelta dai trotskisti ticinesi dopo quelle di Lega Marxista Rivoluzionaria e Partito Socialista dei Lavoratori, di cui Pino Sergi era a capo già negli anni 70 e che consideravano persino il Partito Socialista Autonomo (Psa) come troppo moderato.
E non parliamo poi della loro rete nazionale: in Svizzera romanda, ad esempio, i trotskisti sono addirittura divisi in due partiti, solidaritéS (presente in diversi parlamenti cantonali) e appunto Mps, con quest’ultimo noto per essere ultra-marginale e settario all’inverosimile. D’altronde nessun media romando si è fatto in quattro per “normalizzare” l’immagine di Mps, contrariamente a quanto fatto dalla Rsi negli ultimi dieci anni (e al riguardo ci si dovrebbe porre qualche domanda).
La speranza è che quest’ennesima manifestazione di settarismo da parte di Mps apra gli occhi non solo a chi li ha sostenuti in questi anni, ma anche a qualche giornalista!