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Di premi, riserve e soluzioni necessarie

Finalmente quest’anno si è potuto vedere il “meno” davanti alla cifra che indica l’aumento dei premi di cassa malati (Cm) per l’anno in corso. Si tratta di una riduzione mediamente molto debole, che permette però di proporre alcune considerazioni. Innanzitutto, va ricordato che molti assicurati hanno la possibilità di alleggerire ulteriormente un costo che diventa di anno in anno più pesante, ad esempio cambiando modello assicurativo o compagnia assicurativa. Oggi sono in media solo 6-7% coloro che scelgono di cambiare la cassa entro i termini utili (fine di novembre di ogni anno). La riduzione dello 0,1% può quindi tramutarsi anche in riduzioni sensibilmente maggiori. Vi è poi il tema delle riserve delle stesse casse malati cresciute negli anni ben oltre le soglie obbligatorie. Quest’anno 14 casse malati hanno deciso di riversare ai propri assicurati importi più o meno importanti. Si tratta di una misura che un adeguamento delle regole vigenti ha reso finalmente possibile. Gli assicuratori possono ora procedere a una riduzione volontaria delle riserve anche se non hanno almeno una metà di riserve oltre il minimo prescritto dalla legge. Non solo: in generale i premi possono essere calcolati con un po’ più di flessibilità e si possono considerare i ricavi degli investimenti delle casse malati. Infatti, a determinate condizioni alle Cm è stato concesso di effettuare investimenti, ciò che negli ultimi anni ha generato redditi di 4,1 miliardi di franchi (!). Questi soldi sono finiti direttamente nelle riserve e non hanno finora potuto in alcun modo essere “compensati” da una riduzione dei premi. Insomma, gli adeguamenti legislativi si imponevano.

Oggi le riserve di tutte le assicurazioni malattia insieme ammontano a quasi 11 miliardi di franchi, equivalenti a 4 mesi di premi pagati. A titolo di paragone, l’Avs dispone di riserve di 12 mesi, e nel caso della Suva addirittura di 165 mesi (quasi 14 anni). Personalmente capisco perfettamente chi obietta che 4 mesi di riserve siano comunque già molti, e che sia molto inverosimile uno scenario in cui per 4 mesi nessuno in Svizzera paghi un franco di cassa malati. Dobbiamo tuttavia ammettere che il problema dei premi crescenti non è (necessariamente) legato a questa tematica. Piuttosto sono necessarie riforme incisive per ridurre i costi della sanità che stanno esplodendo, basti pensare ai prezzi dei farmaci di gran lunga superiori alle nostre latitudini rispetto agli Stati confinanti o tariffari medici ormai obsoleti che ignorano qualsiasi progresso avvenuto negli ultimi decenni. Molti strumenti sono in mano alla politica federale, alcuni anche ai Cantoni. Tra questi spicca la Pianificazione ospedaliera: senza nulla snaturare questa è un’occasione per rafforzare le competenze e la qualità (peraltro già buona).