I dibattiti

Tassa rifiuti a Bellinzona: quanti altri conigli nel cilindro?

La decisione del Municipio di raddoppiare la tassa base si scontra con quanto il legislatore cantonale aveva voluto

Felice Zanetti, già vicesindaco Plr di Bellinzona
(Ti-Press)

Con le belle parole si può anche far credere che gli asini volino: quando però l’asino si ricorda di essere un quadrupede che ha più familiarità con il terreno, il rischio è che ti cada sulla testa. È questa la prima riflessione a caldo che ho fatto quando il Municipio di Bellinzona ha annunciato che il preventivo 2022 della Città proponeva il raddoppio della tassa base di raccolta rifiuti. È vero che la Legge cantonale di applicazione alla Legge federale sulla protezione dell’ambiente prevede la copertura integrale dei costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ma lo fa partendo da premesse che non sono quelle applicate dal Municipio.

Ancora nel 2014 il direttore del Dipartimento del territorio, presentando il controprogetto all’iniziativa per l’introduzione della tassa cantonale sul sacco, aveva chiarito che i ticinesi pagavano già allora per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti e che l’introduzione della tassa cantonale sul sacco non avrebbe comportato costi suppletivi per i cittadini. Citando testualmente le affermazioni del momento, “non si tratta di una nuova tassa cantonale o comunale, ma di un diverso modo di coprire il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”. A questo si aggiungeva la constatazione che il nuovo sistema di finanziamento della gestione dei rifiuti era la premessa per potere passare alla riduzione dei moltiplicatori comunali.

Tutte queste considerazioni si ritrovano nel relativo messaggio del Consiglio di Stato (n° 6958) il quale ribadiva che il sistema duale di finanziamento (tassa base e tassa sui quantitativi) non poteva essere considerata una nuova tassa o imposta a carico del cittadino, che in ogni caso già pagava questo servizio, ma di una semplice modifica delle modalità di prelievo del costo dello smaltimento dei rifiuti, che in futuro sarebbe stato computato unicamente in funzione del quantitativo di rifiuti.

Le decisioni del Municipio si scontrano ora con quanto il legislatore cantonale aveva voluto; per rispettare il principio di neutralità sarebbe pertanto ovvio pretendere ora la diminuzione della pressione fiscale, utilizzata attualmente per finanziare raccolta e smaltimento, ovvero del moltiplicatore. Probabile che qualcuno in Consiglio comunale lo proponga; ma irrealistico pensare, visti gli attuali chiari di luna, che il plenum possa accettarlo.

Nei suoi primi anni il nuovo Comune ha potuto beneficiare di una congiunzione astrale favorevole. Partita con gli importanti aiuti cantonali, per passare alla rivalutazione degli attivi delle Amb fino ad arrivare alla massiccia riduzione degli ammortamenti dovuta al nuovo piano contabile armonizzato, i risultati d’esercizio dei primi anni sono risultati positivi. Ora i conigli nel cilindro sembrano terminati e ci si deve affidare ai rifiuti per garantirsi un po’ di respiro.

Dopo avere lasciato galoppare la spesa la stessa va ora riportata su binari di sopportabilità. Non sarà facile vista la sua natura strutturale e conseguente rigidità. La revisione della spesa non può essere sostituita con l’imposizione di nuovi costi a carico del cittadino. Questa per un’amministrazione pubblica è la via più perniciosa per perdere credibilità e concorrenzialità. Solo una città con finanze sane può immaginarsi un futuro da protagonista.

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