Ho seguito con molta attenzione la diretta via streaming del discorso del 1° d’Agosto a Lugano tenuto dalla municipale Karin Valenzano Rossi, discorso inappuntabile, documentato, con riferimenti storici e continui appelli ai valori democratici, in particolare alla legittimazione del potere originata dal voto democratico. In questo senso sembrerebbe che chi ha fischiato durante l’orazione sia stato redarguito, a giusta ragione, dalla municipale. Si deve tuttavia obiettare che chi viene eletto democraticamente, quindi ricevendo dei voti dalla maggioranza relativa di una determinata popolazione, dovrebbe rispettare sempre tutte le regole democratiche, di grande responsabilità, che l’elezione comporta. In questo caso i fischi, come protesta contro una manifesta incoerenza, anche se possono infastidire taluni, hanno un senso.
In effetti essere stati eletti da una maggioranza relativa non significa poi che si possa prescindere dall’applicare le regole dello stato di diritto, ad esempio in una demolizione e, soprattutto, mentire alla popolazione sulle decisioni prese, come le prove che emergono gradualmente stanno inesorabilmente dimostrando. Una prima cosa che deve fare un politico è essere sincero, perlomeno quando viene preso con le dita nella marmellata. Sappiamo tutti che fine ha fatto, politicamente, Paolo Beltraminelli a seguito della vicenda di Argo 1, nella quale egli poi non aveva queste grandi responsabilità. Tuttavia ad affossare il politico, eletto e rieletto, è stata la sua mancanza di trasparenza, avendo egli fornito varie versioni sui fatti di cui era a conoscenza.
E l’altra sera la regola della trasparenza in democrazia non è stata, significativamente, menzionata nel discorso della municipale.