IL DIBATTITO

'Città dell'energia' a Bellinzona, ci vuol ben altro

Il label 'è ben lungi dal certificare una vera sostenibilità ecologica delle politiche messe in atto localmente'

Alessandro Robertini del ForumAlternativo di Bellinzona
22 maggio 2020
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*ForumAlternativo Bellinzona

Non nascondiamoci dietro a un dito ma agiamo concretamene. Bellinzona ha di recente ottenuto il rinnovo del marchio 'Città dell'energia', un label di cui si fregiano ormai molte città e comuni svizzeri, che si può ottenere con qualche piccolo accorgimento in termini di politica energetica, spesso già presenti sul territorio amministrativo, e che serve più che altro a pacificare le coscienze e ad apparire di fronte alla popolazione in termini di protezione ambientale e sviluppo sostenibile, ma che in realtà è ben lungi dal certificare una vera sostenibilità ecologica delle politiche messe in atto localmente. Bellinzona dal 2011, preceduta o seguita da alcuni comuni, ora quartieri, aggregatisi nel 2017, può vantare questa etichetta, ma la strada per arrivare alla meta è ancora molto lunga e impervia, benché proposte concrete e fattibili, senza incidere più di quel tanto sulle finanze pubbliche, siano pendenti già da tempo o sono di facile intuizione. Purtroppo è sempre mancata la volontà politica per procedere, in nome di chissà quali interessi particolari.

A cosa serve ad esempio escludere dall'approvvigionamento elettrico l'energia nucleare se non si adottano misure per una drastica riduzione dei consumi? Difficilmente si riuscirà così a raggiungere l'obbiettivo dell'uscita dal nucleare a livello nazionale, prevista dalla Strategia energetica 2050 votata dal popolo nel maggio 2017. A cosa serve collegare le stazioni ferroviarie dei due poli faro del Cantone con tempi di percorrenza di 12 minuti a cadenza di 15, se questo beneficio viene sperperato in un sistema di trasporti urbani poco efficiente con tempi di percorrenza ben superiori? Il sistema deve venir drasticamente migliorato, prevedendo corsie dedicate al trasporto pubblico, che permettano ai bus di essere assolutamente concorrenziali con il traffico privato, cadenze continue negli orari di punta e di 15/20 minuti nel resto della giornata con operatività regolare dalle sei di mattina alla una di notte da e verso tutti i quartieri e a prezzi allettanti.

In questo periodo di pandemia ci siamo resi conto dell'importanza di incentivare la mobilità lenta, in grado di soddisfare contemporaneamente i criteri di sostenibilità ambientale e di distanziamento sociale. Necessitiamo di una rete ciclopedonale senza interruzioni e sicura per gli utenti. Si incentivi anche l'economia verde volta allo sviluppo di attività artigianali-industriali nell'ambito del risanamento energetico degli edifici e di una spinta edificazione ecologica.

Nella tragicità della crisi sanitaria che ci ha costretti al confinamento e alla cessazione di buona parte delle attività economiche per alcune settimane, il lato positivo è stato quello di mostrarci nuovamente un'aria pulita e una drastica riduzione dei rumori molesti, come molti giovani e meno giovani nemmeno ricordano. Cerchiamo di trarre insegnamento da ciò e di adoperarci per un'economia più sana al servizio della società, senza l'ideologia del profitto a tutti i costi scaturita da quarant'anni di neoliberismo che ci ha portati sull'orlo del baratro. Il vento della svolta si alzi deciso. È ora di cambiare!