Torricelli e Sargenti replicano alla direttrice della Divisione cultura: 'Il malessere è generale ed è dovuto ai modi con cui viene gestita da Divisione'
Le precisazioni avanzate da Raffaella Castagnola hanno lo stesso valore di chi dice che i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo ormai da alcuni anni sono frutto delle bizzarrie del tempo meteorologico! La direttrice della Divisione della cultura e degli Studi universitari (Dcsu) tenta di ridurre il tutto a meri personalismi. Probabilmente ha letto troppo di fretta gli articoli apparsi su questo quotidiano il 7 e il 19 dicembre scorsi. Nei quali si diceva a chiare lettere che le dimissioni di Sargenti e di Torricelli dalla Commissione culturale consultiva (Ccc) non sono dovute a capricci, come si vuol far credere, ma a un malessere generale e diffuso avvertito anche da numerosi membri di altre Commissioni dipendenti dalla Dcsu; un malessere scaturito dai modi con cui avviene la gestione della Divisione, che troppo spesso sono esenti dal riguardo e dal tono dovuti nei confronti di chi collabora con il Consiglio di Stato al sostegno alla cultura nel Cantone. Ne sono una prova tangibile le dimissioni di altri commissari che operano in altre Commissioni; le lettere di protesta giunte sui tavoli della Direttrice, del Direttore del Decs e degli altri Consiglieri di Stato e i pareri indignati e unanimemente negativi sui comportamenti poco rispettosi della Direttrice.
Per quanto riguarda la rappresentanza politica non possiamo che ripetere quanto detto nella lettera di dimissioni dell’avv. Silvia Torricelli e riportata in parte nel citato articolo apparso il 19 dicembre: «Continuare a far parte di questa commissione [Ccc] con il ruolo di membro ‘foglia di fico’ in ossequio alla sola rappresentanza politica, non fa parte della mia politica; inoltre si è creata la posizione di vicepresidente unicamente per trovarmi una casellina da occupare». Per quanto riguarda il rifiuto della Torricelli di assumere la presidenza della Ccc, esso è spiegato chiaramente (si veda sempre l’articolo citato): per la mancanza di tempo (l’avv. Torricelli è titolare di uno studio di avvocatura), ma soprattutto perché lei come tutta la Ccc riteneva Sargenti persona assolutamente adatta per competenza ed esperienza a ricoprire quel ruolo, anche perché per 8 anni ha svolto la funzione di vicepresidente de facto se non de jure in quanto quella posizione allora non esisteva. Riguardo poi la parità di genere essa è soddisfatta dalla nomina di due signore (su tre) a nuovi membri della Ccc, che sarebbero andate ad affiancare l’avv. Torricelli (senza dire che l’intera Direzione del Dcsu è al femminile).
Leggiamo poi, con continuata meraviglia, che in pratica si imputa a Silvia Torricelli la mancata nomina di Sargenti alla presidenza della Ccc! Torricelli ha semplicemente rifiutato di prendere la presidenza della Sottocommissione letteratura e pubblicazioni (Sc-lett), che era di Sargenti, per onestà intellettuale essendo lei una giurista di formazione; avrebbe per contro preso volentieri la presidenza della Sottocommissione Festival/associazioni/riviste (Far), che valuta temi dei quali per sei anni lei, con altre due commissarie, si era occupata; ma ciò non era possibile perché, scrive la Castagnola, si sarebbe dovuto «rimuovere d’imperio e senza giustificazioni il presidente in carica di quella Sottocommissione». La direttrice dimentica scientemente di dire che si trattava di fare un semplice arrocco: la Torricelli alla presidenza della Far e il prof. Panzera (storico) alla presidenza della SC-lett): sarebbe stata una diminutio? (Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò). "D'imperio" invece è stata la creazione ex novo della nuova Sottocommissione Far, che Castagnola ha gentilmente comunicato alla incredula Ccc nel suo primo incontro ufficiale in veste di direttrice della Dcsu; una Sottocommissione da lei creata (legalmente possibile, per carità) senza minimamente discuterne prima con i membri della Ccc e composta da un presidente (appunto il prof. Panzera) e da due funzionari diretti dipendenti della direttrice della Dcsu!
Ripetiamo: magari fossero beghe personali tra Sargenti, Torricelli e la Castagnola, ma così non è, purtroppo. E le dignitose e inevitabili (visto l’andazzo) dimissioni dei due membri della Commissione culturale sono solo la parte fin qui emersa di un male profondo che ha alla radice una conduzione autoritaria, da pieni poteri, che si fa offensiva in mancanza di autorevolezza. Il sovvertimento del modo con cui venivano designati il presidente e i nuovi membri della Ccc è solo un indizio, accanto a tanti altri, del corso impresso dalla Castagnola alla Direzione della Dcsu. Un corso che sta da tempo preoccupando molti protagonisti della cultura del nostro Paese, che in queste settimane si sono manifestati in vario modo e, visto l’orientamento, sempre di più si manifesteranno.