I dibattiti

Commissione culturale consultiva, ecco i perché

Alcuni chiarimenti dopo le recenti dimissioni dal gruppo che preavvisa le richieste di accreditamento e sostegno finanziario alle attività culturali

Raffaella Castagnola Rossini

Siccome questo giornale ha dato un certo risalto alle recenti dimissioni in seno alla Commissione culturale consultiva (Ccc), qualche precisazione appare opportuna.

Va innanzitutto detto che il principale compito della Ccc, definito dalla Legge sul sostegno alla cultura e dal relativo regolamento, è esprimere un giudizio e formulare preavvisi sulle richieste di accreditamento e sostegno finanziario alle diverse attività culturali. Le decisioni finali sulle richieste sono poi prese dalla direzione del Dipartimento dell’educazione della cultura e dello sport (Decs), che solo molto raramente rimette in discussione le proposte commissionali, o dal Governo nel caso di sostegni superiori ai fr. 100’000. Per svolgere la propria funzione, la Ccc si avvale di sei Sottocommissioni tematiche permanenti, che istruiscono le pratiche sulle richieste provenienti dal territorio.

Rinnovata ogni quattro anni, la Ccc rispecchia molteplici sensibilità, per cui deciderne la composizione non è sempre semplice. Bisogna naturalmente tener presenti le competenze specifiche in ambito culturale dei diversi membri, ma anche fattori quali la rappresentanza politica e la parità di genere, previste dal regolamento che regge le commissioni consultive e i gruppi di lavoro del Consiglio di Stato, giocano un certo ruolo.
A seguito di alcune partenze per raggiunti limiti di carica, il Decs ha inteso ridurre per il prossimo periodo (2020-2023) da 10 a 7 i membri della Ccc, allo scopo di giungere a una composizione comprendente un/a presidente e sei membri che avessero tutti una funzione specifica quali presidenti di una delle sei sottocommissioni esistenti (Arti sceniche e performative, Arti visive, Cinema e audiovisivi, Festival/associazioni/riviste, Letteratura e pubblicazioni, Musica); questo per evitare la vexata quaestio di membri della Ccc con o senza portafoglio. Da rilevare che la sottocommissione Festival, associazioni e riviste è stata costituita un paio di anni fa affinché tutte le richieste in entrata avessero un medesimo iter valutativo e non certo per sottrarre a membri singoli della Ccc particolari prerogative.

In quest’ottica è stato proposto a Silvia Torricelli di assumere la presidenza della Sottocommissione letteratura e pubblicazioni, affinché Aurelio Sargenti, che ne era presidente, potesse assumere la presidenza della Ccc. A fronte di una sua risposta negativa le è stato allora proposto di assumere la presidenza della Ccc, ma la risposta non è cambiata, avendo Torricelli più nelle sue corde la presidenza di un’altra sottocommissione. Un desiderio che era tuttavia impossibile da soddisfare senza rimuovere d’imperio e senza giustificazioni il presidente in carica di quella sottocommissione.

Si è creduto di trovare la quadratura del cerchio mantenendo Sargenti alla presidenza della Sottocommissione letteratura e pubblicazioni e creando per la Ccc una funzione di vicepresidenza, ricoprendo la quale Torricelli avrebbe potuto operare con tutto il peso specifico di una simile carica, ma anche questa soluzione non è stata accettata.

Prendiamo atto del fatto che, nel difficile compito di comporre il puzzle dei vari criteri, abbiamo fatto due scontenti, che in piena libertà hanno purtroppo deciso di lasciare il loro incarico. Ce ne rammarichiamo, ma purtroppo non è stato possibile trovare soluzioni che non portassero a maggiori e più gravi squilibri. A Sargenti e Torricelli vanno i ringraziamenti per il prezioso lavoro svolto negli scorsi anni.

L’attuale composizione della Ccc soddisfa appieno i criteri di competenza e di rappresentatività e, nonostante le recenti dimissioni, intendiamo poter giungere anche al rispetto del criterio della parità di genere. Alla nuova presidente, Manuela Kahn-Rossi, e ai nuovi e rinnovati membri l’augurio di un proficuo lavoro a favore della cultura ticinese.