La tanto osannata grande Bellinzona che durante la campagna aggregativa doveva essere la soluzione a tutti i problemi dei tredici comuni da unire, non è riuscita a tramutare i sogni in realtà.
Troppo spesso nascondendosi dietro progetti faraonici ci si è dimenticati di garantire alla popolazione i servizi di base con un’amministrazione che si è gradatamente estraniata dai bisogni primari del territorio. In tale senso le recenti critiche di personaggi influenti che si erano schierati dichiaratamente a favore dell’aggregazione sono lì dimostrarlo. Venendo meno quasi tutte le antenne sul territorio rappresentate da municipali e consiglieri comunali dei precedenti comuni, in molti casi si è rotto il necessario legame tra territorio e amministrazione.
Il movimento Liberi vuole esse prima di tutto un megafono capace di segnalare le storture che specialmente nell’ultimo anno si sono manifestate in modo dirompente. Poco o nullo rigore finanziario che il comune rischia di dovere pagare a caro prezzo nei prossimi anni, commistione tra interessi pubblici e privati con il fondato dubbio che a perderci sia sempre il pubblico, poco o nulla trasparenza da parte del Municipio.
Ma Liberi vuole pure essere movimento in grado di agire fuori dagli schemi partitici: non abbiamo interessi di bottega da difendere ma vogliamo semplicemente raccogliere e promuovere le preoccupazioni ed i suggerimenti che la popolazione sente come centrali. Alla politica a Bellinzona occorre ridare credibilità attraverso comportamenti e decisioni eticamente inattaccabili, dove gli interessi della comunità prevalgono su quelli di comitati di affari.
Ad aprile i cittadini hanno la possibilità di fare la loro scelta.