È sentimento comune e non errato che, a dieci anni passati dall’ultima aggregazione della Città di Mendrisio, i quartieri siano ancora poco ascoltati. Infatti la loro opinione sulla gestione del loro territorio è ridotta al lavoro delle commissioni di quartiere. Per chiarezza, le commissioni di quartiere attuali sono commissioni municipali che sono chiamate ad esprimere il loro parere, puramente consultivo, solo nella fase di costruzione dei messaggi da parte del Municipio, o a fare proposte rivolte, di nuovo, all’esecutivo, che ne fa ciò che crede. Il Consiglio comunale quindi non ha nessun momento ufficiale di scambio con esse. Inoltre, attualmente i membri delle commissioni sono nominati su proposta dei partiti nelle proporzioni degli eletti in Municipio in sede di votazione comunale: quindi la composizione politica di ogni commissione di quartiere rispecchia la volontà popolare dell’intero comune, e non del singolo quartiere che questa commissione è chiamata a rappresentare, che può anche essere differente.
Bisogna dirlo, le commissioni di quartiere fanno un ottimo lavoro. Però esse hanno, come detto, un ruolo consultivo e di troppo poco peso sulle decisioni del Municipio. Inoltre fanno spesso difetto nella loro funzione di collegamento tra popolazione e Comune. Occorrerebbe quindi un nuovo sistema, non alternativo ma complementare alle commissioni esistenti, che non sia composto da persone scelte solo dai partiti sulla base della proporzionalità, ma che coinvolga direttamente la popolazione.
La mia proposta è che per ogni quartiere si crei un gruppo di lavoro interpartitico formato da tutti i consiglieri comunali domiciliati nel quartiere medesimo. Questi gruppi lavorerebbero a stretto contatto con le commissioni di quartiere. Potrebbero però parlare anche con le molte associazioni di quartiere presenti sul territorio. Un dialogo diretto con la cittadinanza, invece, potrebbe essere garantito organizzando dei momenti di incontro. In questo modo, i consiglieri potrebbero ascoltare gli abitanti e trasformare più velocemente le richieste della cittadinanza in forma di mozioni, interrogazioni o interpellanze, cosa che le commissioni non possono fare. Questo potrebbe rimettere le necessità della popolazione al centro della discussione in seduta del legislativo. Inoltre, si garantirebbero alla popolazione degli interlocutori eletti direttamente in un organo che sia rappresentativo delle percentuali di voto del quartiere stesso, e non dell’intera Mendrisio. Insomma, con il nostro voto sceglieremmo così anche coloro che rappresenteranno il nostro quartiere in Consiglio comunale, sapendo che avremo occasioni per incontrarli e che avranno, loro, davvero il potere di ascoltare e trasmettere le problematiche di ogni singolo borgo.
Sicuramente porterò avanti questo progetto se la cittadinanza di Mendrisio e dei “suoi” quartieri dovesse darmi fiducia alle prossime elezioni.