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Fine del mondo e fine del mese: stessa lotta!

In visita presso la famiglia di nostra figlia Julie a Parigi ho trovato scritto con lo spray nero sul muro di un hôtel dismesso: “Fin du monde et fin du mois: même combat!”.
Se vogliamo evitare una fine del mondo atroce e troppo precoce, dobbiamo lottare duramente contro il cambiamento climatico e contro una catastrofe atomica, sia ella causata dall’utilizzo civile o militare dell’energia nucleare. Sono queste le due maggiori minacce dell’umanità. Tutte e due non si fermerebbero di certo ai confini del ridotto “100% Svizzero”.
Se invece vogliamo arrivare meglio alla fine del mese – la preoccupazione maggiore per tante famiglie e gente anziana in Ticino e nella “ricca” Svizzera – dobbiamo lottare altrettanto duramente contro le ingiustizie e i soprusi sociali. Prima di tutto e subito: combattiamo con tutti i mezzi la stangata dell’aumento dei premi delle casse malati, la peggiore di sempre. Lottiamo per un mondo del lavoro senza precarietà e dumping salariale, per un tempo di lavoro ridotto a pari salario, eliminando le disparità tra uomini e donne. Rinforziamo la scuola pubblica, preparazione onde poter affrontare le sfide del mondo in modo solidale. Sradichiamo le cause all’origine del disagio giovanile. Battiamoci per una AVS forte e per delle rendite dignitose che permettano di vivere e non soltanto di sopravvivere. Adoperiamoci per migliorare le drammatiche condizioni di lavoro del personale curante. Una società va giudicata secondo come tratta i suoi membri più deboli. Sosteniamo chi si occupa giorno e notte di malati, infermi e anziani. Creiamo una società del “care”, di solidarietà e di aiuto reciproco. Sono questi i veri valori svizzeri. Garantiamo a tutti l’accesso a cure sanitarie di qualità a condizioni eque: rivendichiamo una cassa malati unica e pubblica con premi secondo il reddito e la sostanza. Questa sarà trasparente, farà risparmiare la grande maggioranza sui contributi, si occuperà anche di prevenzione e riabilitazione come fa la Suva e avrà la forza e la volontà necessarie per contrastare lo strapotere dei “fornitori di prestazioni”, cioè medici, cliniche, ospedali e soprattutto “Big Pharma” con i suoi profitti osceni del 20-25%, con prezzi esorbitanti per i medicamenti rispetto a quelli in vigore nei Paesi che ci circondano, ottenuti grazie alla sua potentissima lobby nel parlamento federale. Da quarant’anni attivo da medico generalista e d’urgenza in Onsernone so pure che per difendere le valli ci vogliono misure concrete e incisive permanenti e non soltanto dei periodici bei declami in tempi di votazioni.
“Chi lotta può anche perdere. Chi non lotta ha già perso.” (Rosa Luxemburg). Lottiamo!