laR+ Dib. elettorale

Dare credito a solidarietà ed ecologia

L’attività politica in Gran Consiglio di questa ultima legislatura mi ha fatto toccare con mano come il potere viene gestito e ripartito proprio secondo i criteri del neofeudalesimo citato da Daniel Ritzer e Orazio Martinetti su questo giornale. Come membro di un partito “minore” (periferico) percepisci chiaramente che l’idea di ripartire equamente il potere e le risorse senza danneggiare collettività e ambiente non è bene accetta, perché eroderebbe le rendite di posizione dei feudatari.

Emblematico è stato quando i Verdi hanno rivendicato uno dei 22 posti al Ministero pubblico. Questo significava che i partiti maggiori – in particolare il Plr chiaramente sovrarappresentato – dovevano cedere un po’ del loro potere per condividerlo con un gruppo parlamentare minore. Per non dover cedere tale potere, si è screditato il nuovo pretendente. Interessante che il Plr abbia proposto proprio in quel periodo di limitare il potere di nomina del Gran Consiglio al solo procuratore generale (inutile dire di quale casacca partitica sia) più altri 4 membri della direzione, mentre i restanti 15 membri verrebbero scelti per assunzione diretta dalla direzione stessa. Un bell’esempio di gestione feudale o oligarchica di uno dei poteri più importanti dello Stato, dove invece di essere condiviso democraticamente, esso viene accentrato in meno mani.

Sembra di sentire il Leitmotiv della destra e dell’economia: “Prima di distribuire la ricchezza, bisogna produrla”. Naturalmente il merito della produzione della ricchezza è dei capitani d’industria e non di tutte le persone che hanno partecipato all’impresa. Così il valore viene sempre più accentrato a scapito della maggioranza delle persone e dell’ambiente.

Ogni persona può decidere come impegnare il proprio credito elettorale e può determinare se rimanere in un sistema feudale o rigenerare democrazia e solidarietà tra le persone e con la natura.