Mie care elettrici e cari elettori piacere, io sono Joao.
Classe ’85 sono nato in Angola e sono arrivato in Europa come profugo all’età di 3 anni.
Ho vissuto per strada chiedendo acqua, cibo e vestiti alla Croce Rossa, prima che la nostra domanda d’asilo politico in Svizzera venisse accettata e diventassi un rifugiato.
Quindi da Chiasso, con in tasca meno di nulla e con un bagaglio pieno di traumi, ho intrapreso un nuovo viaggio per costruirmi un’esistenza dignitosa in Ticino con la convinzione di voler scrivere la mia storia.
Quella dell’asilante è una storia come tante, di tanti a cui la vita non ha mai regalato nulla e che ogni giorno devono combattere per essere integrati nella società e avere gli stessi diritti e possibilità degli altri.
A oggi posso dire che ce l’ho fatta, sono un vincente!
Non tanto perché ho conseguito diversi diplomi o perché ho un ruolo dirigenziale in azienda e mi posso permettere di aiutare mia madre e far valere i miei diritti e doveri come padre, o perché posso esprimere la mia fede, permettermi l’appartamento e la macchina dei miei desideri, viaggiare, vivere le mie passioni e nemmeno perché a dicembre 2021 ho ricevuto la cittadinanza svizzera dopo un calvario politico e burocratico durato ben 30 anni.
Mi reputo un vincente perché ho trasformato il mio difficile passato in una risorsa e grazie al mio vissuto ho maturato la sensibilità e il carattere per affrontare temi quali: immigrazione, integrazione, disoccupazione, pari opportunità e diritti nella formazione e sul posto di lavoro.
Questioni che in Ticino sono all’ordine del giorno e che hanno bisogno di un portavoce che le abbia vissute sulla propria pelle e che ne sia uscito da vincente.
Sono convinto che questo sia il modo migliore per rendere grazie alla patria che mi ha dato una possibilità.