Estero

Usa-Russia, un secolo di incontri storici

Da Yalta e Potsdam insieme ai britannici fino a Reykjavik, nel 1986, che pose le basi del disarmo nucleare con i sovietici. Tra svolte e litigi

Reagan e Gorbaciov a Ginevra nel 1985 (Keystone)
15 giugno 2021
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Il summit di domani a Ginevra tra Putin e Biden si svolge in un momento di grande tensione tra Russia e Usa. Nei passati decenni le relazioni tra Mosca e Washington hanno attraversato periodi di scontro e altri di maggiore comprensione. I vertici tra i leader della Casa Bianca e quelli del Cremlino hanno inevitabilmente seguito questo andamento, segnando a volte intese storiche.

Da Yalta in poi

Sul finire della Seconda guerra mondiale, i leader di Urss, Usa e Gran Bretagna si vedono a Yalta e a Potsdam. Inizia così la spartizione del mondo in due blocchi dopo la sconfitta del nazismo. Una cortina di ferro cala sull'Europa e per 14 anni i leader di Mosca e Washington non si incontrano.

Bisogna aspettare il 1959 perché Krusciov diventi il primo segretario del Pcus ad andare negli Usa. Due anni dopo, nel giugno del 1961, Krusciov incontra Kennedy a Vienna. A dominare i colloqui è la situazione a Berlino, dove la Germania Est non è in grado di fermare l'esodo verso Ovest. Da lì a poco sarà eretto il Muro di Berlino e inizierà la crisi dei missili di Cuba, che farà temere un conflitto armato tra le due superpotenze.

Gli anni Settanta

I rapporti tra Urss e Usa restano difficili anche negli anni a venire, ma tra il 1970 e il 1974 Nixon e Brezhnev si incontrano due volte a Mosca e una a Washington e concordano due intese per limitare le testate nucleari. Con l'ascesa al potere del padre della perestrojka, Gorbaciov, comincia un periodo di distensione e si mette gradualmente fine alla Guerra Fredda. Storico è il summit di Reykjavik del 1986, che pone alcune basi per futuri accordi sul disarmo nucleare. Preceduto da quello del 1985, proprio a Ginevra.

L'Urss però crolla pochi anni dopo e negli anni '90 Eltsin è il presidente di una neonata Federazione Russa economicamente instabile. Nel loro primo incontro, nel 1993 a Vancouver, lui e Bill Clinton rilasciano una dichiarazione congiunta sulla promozione della democrazia.

Ma il 31 dicembre del 1999 Eltsin consegna le chiavi del Cremlino a Putin, il cui potere presto diventa quasi illimitato e di certo poco democratico. George W. Bush parla con l'ex ufficiale del Kgb in Slovenia nel 2001: "L'ho guardato negli occhi e ho visto la sua anima", dice, definendo Putin "un uomo diretto, che ispira fiducia". I rapporti tra Russia e Usa si fanno però sempre più freddi.

Obama e Medvedev

Obama inizialmente cerca di instaurare un dialogo con l'allora presidente Medvedev e nel 2009 la segretaria di Stato Usa Hillary Clinton incontra il ministro degli Esteri russo Lavrov portando con sé un pulsante rosso con la scritta 'Reset'. Non cambia però molto e nel 2014 l'annessione russa della Crimea e la guerra in Ucraina fanno sprofondare ancora di più le relazioni tra Mosca e Occidente.

La Russia viene anche accusata di interferenze per favorire Trump alle presidenziali del 2016. In un summit a Helsinki con Putin nel 2018 è però lo stesso Trump a difendere di fatto il Cremlino contraddicendo la propria intelligence, salvo poi dire di essere stato frainteso. Con Biden presidente, Putin pare aver trovato un interlocutore più tosto alla Casa Bianca.