Oltre un milione di europei sono già in possesso del documento, che sarà compatibile con quello svizzero
Sono già più di un milione gli europei che hanno già ricevuto i primi certificati digitali Covid. I documenti che dovrebbero facilitare i viaggi in estate durante la pandemia cominciano dunque a farsi strada nel Vecchio continente mentre salgono a nove i Paesi nei quali è già attivo il sistema per il loro mutuo riconoscimento.
Ad annunciare l'accelerazione con quasi tre settimane di anticipo rispetto alla data fissata del primo luglio è stata oggi la Commissione europea, nello stesso giorno in cui il Parlamento europeo ha dato il suo via libera ai pass. Da oggi la Spagna e la Lituania hanno reso operativa la piattaforma Ue in via ufficiale iniziando a distribuire i certificati che attestano l'avvenuta vaccinazione, il risultato negativo a un tampone o la guarigione dal virus.
Dunque dopo Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Grecia, Croazia e Polonia, sono così nove gli Stati membri nei quali è già attivo il sistema. "Il regolamento" sui certificati Covid digitali "sottolinea l'importanza di test universali e accessibili per tutti i cittadini, soprattutto per le persone che attraversano le frontiere quotidianamente. E per sostenere questi sforzi la Commissione europea si è impegnata a mobilitare 100 milioni di euro per i test necessari al rilascio del certificato", ha ricordato oggi nel corso della plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders. "E' iniziato un dibattito importante negli Stati membri sul prezzo dei test e sono sicuro che ci saranno nuovi sviluppi nelle prossime settimane sull'accessibilità dei test", ha aggiunto.
Con un green pass in mano i singoli titolari dei certificati potranno dunque evitare le quarantene nel Paese di destinazione o di arrivo. Ma non mancheranno alcune eccezioni. Gli Stati membri infatti potranno continuare a conservare la possibilità di imporre ulteriori misure restrittive, nel caso ad esempio della comparsa di una variante. Tali misure però dovranno essere "necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica", ha sottolineato Bruxelles.
"In appena due mesi il Parlamento europeo ha fatto la differenza, tutelando i diritti dei cittadini, difendendo circolazione e privacy, fornendo certezza giuridica e prevenendo discriminazioni", ha sottolineato il relatore del provvedimento al Pe Juan Fernando Lopez Aguilar, eurodeputato del Gruppo S&d e presidente della commissione per le Libertà civili, precisando che l'obiettivo è "ripristinare Schengen in maniera pienamente funzionante". Dopo l'ok dell'Eurocamera il certificato è atteso venerdì alla riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi per un ultimo passaggio formale per poi entrare definitivamente in vigore il primo luglio.