Primo Paese europeo a bocciarlo. In attesa dell'Ema su Johnson&Johnson ora l'Ue punta con decisione su Pfizer
Fuori i vaccini a vettore virale, dentro quelli a Rna messaggero. Mentre la Danimarca diventa il primo paese europeo ad abbandonare definitivamente AstraZeneca - e in attesa del parere dell'Agenzia europea per i farmaci (Ema) su Johnson & Johnson la settimana prossima - la Commissione europea è orientata a mettere in panchina questa tipologia di sieri, del quale fanno parte anche Sputnik e l'italiano ReiThera, e accelerare su quelli che "ingannano" il coronavirus come Pfizer.
È stata la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ad annunciare di aver raggiunto un accordo con Pfizer per velocizzare l'approvvigionamento del suo vaccino, con 50 milioni di dosi aggiuntive che saranno consegnate nelle prossime settimane e altri 1,8 miliardi nel periodo 2021-23.
"Come possiamo vedere dall'annuncio di J&J di ieri ci sono ancora produttori in grado di far deragliare i piani delle consegne, perciò è importante agire rapidamente e adeguarsi. Facciamo tutto ciò che è in nostro potere per sostenere la campagna vaccinale e per aumentare le forniture nei prossimi mesi", ha detto la von der Leyen.
Il nuovo accordo con Pfizer, ha spiegato la leader della Commissione europea, comporterà che non solo la produzione dei vaccini ma anche quella dei componenti essenziali abbiano sede nell'Unione europea.
Tra ritardi e incertezze sui rischi per la salute, l'orientamento dell'Europa a questo punto - come confermato da qualificate fonti italiane - è quello di fare sempre più ricorso ai vaccini a Rna messaggero che trasporta le istruzioni per la produzione della proteina Spike, che il coronavirus utilizza per attaccarsi alle cellule, stimolando così lo sviluppo di anticorpi.
Questa tecnologia, ritenuta più sicura ed efficace anche dall'Ema, è utilizzata anche da Moderna e dal vaccino Curevax, di produzione tedesca-olandese, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane assieme all'americano Novavax.
Intanto la Danimarca ha deciso di non utilizzare più AstraZeneca nella sua campagna di vaccinazioni contro il Covid a causa dei suoi "rari" ma comunque "gravi" effetti collaterali. Nonostante le posizioni espresse dall'Ema e dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a favore dell'utilizzo del farmaco anglo-svedese, "la campagna di vaccinazione in Danimarca continuerà senza", ha spiegato il direttore dell'Agenzia nazionale per la salute, Soren Brostrom, durante una conferenza stampa.
Il gruppo anglo-svedese ha fatto sapere di aver preso atto della misura danese, aggiungendo di voler continuare a collaborare "con le autorità di regolamentazione e le autorità locali al fine di fornire tutti i dati disponibili utili alle loro decisioni".
Bisognerà vedere se la decisione della Danimarca sia capace di innescare un effetto domino o meno. Per il momento non vi rinuncia del tutto ma ne riduce drasticamente l'uso la Germania, che raccomanda di somministrare agli oltre 2 milioni di under 60 che hanno già fatto la prima dose di AstraZeneca un altro vaccino per il richiamo. Condizioni simili anche in Francia: Johnson & Johnson e AstraZeneca saranno somministrati solo agli over 55. Mentre la Svezia ha deciso di sospendere l'inizio delle somministrazioni del vaccino Johnson&Johnson.
Sul vaccino della Janssen, controllata della Johnson & Johnson, l'Ema sta lavorando a stretto contatto con la Fda statunitense e altri regolatori internazionali e prevede di emettere una valutazione già la prossima settimana. Mentre la revisione è in corso, l'agenzia dell'Ue "rimane comunque dell'opinione che i benefici del vaccino nella prevenzione del Covid-19 superino i rischi degli effetti collaterali".
Ma c'è anche chi non va tanto per il sottile e ritiene l'approvvigionamento di vaccini la priorità in questa fase della lotta alla pandemia. Il governo della Repubblica Ceca ha chiesto infatti alla Danimarca di vendergli le sue dosi di AstraZeneca - in totale 2,4 milioni - e sta prendendo accordi per la fornitura di Sputnik, se riceverà il via libera dell'Ema.