Estero

Spagna, a processo l'infanta Cristina di Borbone

10 gennaio 2016
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Dopo quasi cinque anni di inchieste, scandali e congiure di palazzo che hanno fatto vacillare la monarchia spagnola e contribuito all’abdicazione nel 2014 di re Juan Carlos, per la principessa Cristina di Borbone, figlia e sorella di monarchi, scocca l’ora della verità. L’infanta di Spagna, 50 anni, siederà da domani sul banco degli imputati del 'caso Noos’ con il marito davanti al tribunale di Palma di Maiorca.

È la prima volta nella Spagna moderna che un membro della famiglia reale è processato e rischia il carcere: fino a nove anni, in teoria. Il marito, l’ex olimpico di pallamano Inaki Urdangarin, fino a 19 anni. Sono accusati per la gestione disinvolta della Fondazione Noos, creata da Urdangarin per promuovere eventi sportivi. Cristina di Borbone era membro del consiglio di amministrazione di Noos. Secondo l’accusa, la fondazione sarebbe servita a dirottare circa 6 milioni di euro di contratti pubblici, in parte finiti nella società paravento Aizoon di cui erano titolari Cristina e il marito.

Le rivelazioni sull’inchiesta, portata avanti nonostante le pressioni dal caparbio giudice istruttore di Palma José Castro sui milioni sospetti ottenuti da Undargarrin dai governi di Baleari e Valencia, hanno fatto precipitare negli ultimi anni l’immagine della monarchia, ripristinata poco prima di morire nel 1975 dal dittatore Francisco Franco.

"Il caso Noos ha infranto il tabù della Corona", rileva El Pais. Il nuovo re Felipe VI, fratello di Cristina, ha preso le distanze dalla sorella e dal cognato, estromessi dalla lista ufficiale dei membri della Casa Reale e privati del titolo di Duchi di Palma. L’infanta e Urdangarin sono ’esiliati’ dal 2013 a Ginevra. Da quando sono saliti sul trono Felipe e la moglie Letizia si sono ben guardati dall’apparire in pubblico accanto a Cristina e Inaki. L’immagine pubblica di Felipe è tornata positiva. Ma il processo di Maiorca rischia di gettare nuovo fango sulla corona.

Il socio di Urdangarin, Diego Torres – imputato con l’infanta, il marito e altre 15 persone – sostiene che la Casa Reale e re Juan Carlos erano al corrente di tutte le attività della Fondazione. L’infanta ha sempre sostenuto di non avere saputo nulla delle operazioni del marito, senza però convincere il giudice istruttore Torres, che l’ha rinviata a giudizio con l’appoggio del sindacato ’Mani Pulite’, costituitosi parte civile, nonostante il parere contrario della procura dello stato.

Il suo difensore spera di farla uscire già nelle prime settimane dal processo, che dovrebbe durare circa sei mesi. Si appella alla ’dottrina Botin’, che consente di archiviare le accuse contro un imputato se non sono sostenute dalla procura. Una manovra impossibile però per Urdangarin. Secondo El Mundo l’ex atleta sarebbe "sicuro di finire in prigione" e si preparerebbero già procedure speciali per consentire a Cristina, figlia e sorella di re, di visitare il marito in carcere sfuggendo a tv e paparazzi.