I giovani sono arrivati nel capoluogo comasco e sono parte di quattro nuclei familiari provenienti dal Mali e dal Nord del Niger
Trenta profughi del Mali e del Niger da qualche giorno sono ospitati dell’oratorio della parrocchia di don Giusto Della Valle. Fra loro una ventina di minori. A Rebbio rimarranno in attesa di essere destinati a sistemazioni definitive, tra cui un appartamento a Lomazzo di proprietà della Croce Rossa. I profughi sono arrivati a Como tramite i corridoi umanitari organizzati dalla Federazione delle chiese evangeliche, che opera in aree di crisi. Si tratta di quattro nuclei familiari numerosi e con figli piccoli: sono ospitati nei piani superiori dell’oratorio di Rebbio e nella casa antistante, dove recentemente sono state sistemate le docce e imbiancate le pareti, in preparazione del loro arrivo. Sono stati accolti in Italia in qualità di profughi, costretti a lasciare i loro Paesi d’origine vessati dall’organizzazione terroristica di Boko Haram.
Dopo la partenza dal Nord del Niger, la scorsa settimana le famiglie sono arrivate a Roma, dove sono state sottoposte a lunghi controlli prima di poter salire sul pullman che, facendo tappa a Milano, li ha portati fino a Como. La mediatrice che li ha seguiti fino all’arrivo in oratorio, a Rebbio, ha riferito lo smarrimento, soprattutto dei bambini più piccoli nel trovarsi per la prima volta nella loro vita in un contesto urbano. Le quattro famiglie, sia quella del Mali che i tre nuclei del Nord del Niger, sono vissute finora infatti in aree rurali, lontane dai centri abitati più grandi.
Accolti in oratorio da un nutrito gruppo di volontari comaschi e da don Giusto Della Valle, i profughi si sono presentati grazie all’aiuto dei mediatori, hanno conosciuto le altre persone ospitate all’interno della struttura e pregato insieme, prima di condividere con i volontari e gli altri ospiti la cena. A dar loro il benvenuto erano presenti anche due rappresentanti delle famiglie afghane arrivate a Como a fine giugno, tramite gli stessi corridoi umanitari, e tuttora residenti in un appartamento di via Giussani gestito dalla parrocchia di Rebbio e di proprietà di una fondazione umanitaria ticinese.