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Il sindaco di Como attacca don Giusto sui migranti

Alessandro Rapinese ha espresso dure critiche nei confronti del parroco, per via di alcuni suoi commenti sui taser

Per il parroco, i taser non sono la soluzione
(Ti-Press)
23 luglio 2024
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“Le considerazioni di Alessandro Rapinese non mi sorprendono, così come non mi preoccupano”, commenta don Giusto della Valle, parroco di Rebbio. Ieri sera il sindaco di Como, alla seduta del Consiglio comunale, nel corso della discussione sul regolamento per dotare gli agenti della Polizia locale del taser, la pistola a impulsi elettrici, è andato all'attacco del sacerdote, reo di aver sostenuto che “il taser non è utile perché non agisce sulle cause dell’insicurezza, bisogna agire sul perché. Una città che non mette le case a disposizione di chi non ne ha, crea insicurezza. Taser e militari per le strade di Como, e non parlo di polizia e carabinieri, non servono. Bisogna risolvere le questioni con forze educative, con la forza di educatori di strada. Questo è ciò di cui la città ha bisogno”.

Rapinese, ovviamente, non ha gradito. E ha attaccato don Giusto sulle colazioni che a Rebbio dà ai migranti. Così come faceva don Roberto Malgesini, il sacerdote degli ultimi, che era stato multato (100 euro, così come aveva previsto una ordinanza anti-poveri di Palazzo Cernezzi). Qualche mese dopo don Roberto è stato ucciso in piazza San Rocco. Dal resoconto stenografico della seduta del Consiglio comunale le parole di Rapinese: “Molto interessante il parere di don Giusto circa le armi, ma secondo me con lui dovremmo parlare anche di chi dovrebbe permanere sul suolo italiano e in quali condizioni, di chi siano le persone da accogliere, di quali siano i modelli di società e di mondo che si hanno in testa, di chi sia uno straniero e a che titolo sia qui, oltre a molte altre cose. Perché se vado a vedere gli arresti a Como da metà aprile a oggi, e li sto tenendo uno per uno, una buona parte dei soggetti che stanno mettendo a rischio la qualità di vita di questa Italia è di chi non avrebbe nemmeno titolo a stare qui. Però politicamente qualcuno qui li vuole e qualcuno (riferito al governo, ndr) non fa abbastanza perché quei poveri cristi delle forze dell’ordine non ne arrestino uno alla sera e se lo ritrovino in strada alla mattina. Nove su dieci dei problemi che ha questa città sono per gli irregolari”.

Ancora il sindaco di Como: “Il tema vero in termini di sicurezza, a maggior ragione se si cita don Giusto, sarebbe capire qual è l’approccio all’ospitalità e cosa si debba fare per ospitare. Mi chiedo cosa voglia dire somministrare colazioni in un punto ben preciso della città, creare assembramenti di soggetti evidentemente problematici e poi lasciarli lì e andarsene. È questa l’accoglienza meritoria? Perché poi quei problemi se li grattano quelli che vivono in quella zona. Fare colazione e dare un caffè va bene, ma dopo? Una volta che li ha concentrati lì, rimangono lì tutto il giorno. Questa è la sicurezza percepita”. L'intervento del consigliere comunale di minoranza Vittorio Nessi, ex magistrato: “Non si doveva tirare in ballo l’unica persona che è l’immagine della carità a Como”. Le parole di Rapinese a Como hanno suscitato sconcerto, ma non sorpresa.

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