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Blitz per smantellare bivacchi di fortuna

La Questura di Como ha sgomberato un ex supermercato e ha allontanato 12 persone, di cui 6 erano stranieri irregolari

Uno di loro è stato arrestato
(Ti-Press/Archivio)
24 luglio 2024
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Nelle prime ore di stamane, mercoledì 24 luglio, la Questura di Como nella zona di un ex supermercato di via Regina Teodolinda, a Como, ha smantellato dei bivacchi di fortuna e ha proceduto all’allontanamento di 12 persone. Il blitz ha impegnato alcuni equipaggi della Polizia di Stato, della Polizia Locale di Como e personale specializzato di Aprica che ha provveduto allo sgombero delle varie masserizie e dell’immondizia accumulate nel tempo, ripristinando ordine e condizioni igieniche minime.

In totale sono state controllate 12 persone, di cui 3 italiani, 3 stranieri regolari e 6 stranieri irregolari, trovati su giacigli di fortuna dove, oltre a materassi e coperte, sono stati trovati numerosi oggetti – power bank, alimentatori per telefoni cellulari, orologi, occhiali da sole, biciclette, di cui una elettrica, e un monopattino a batterie – dei quali si cercherà di stabilire la provenienza, e un discreto quantitativo di hashish. Tra gli stranieri c’era un etiope di 28 anni colpito da un ordine di carcerazione per una rapina commessa tempo fa.

Arci Como: ‘Scacciarli non tutela né la nostra sicurezza né la nostra umanità’

Un’operazione di sgombero che fa seguito al durissimo attacco in Consiglio comunale del sindaco di Como Alessandro Rapinese a don Giusto della Valle, reo di essere un campione dell'accoglienza di migranti e senza fissa dimora. Dalla parte del sacerdote degli ultimi si è schierata Arci Como che provocatoriamente ha invitato i “turisti a non venire a Como finché non saranno ristabilite civiltà e solidarietà”. Sugli sgomberi che infiammano il capoluogo lariano interviene con un nota Como Accoglie della quale fanno parte tutte le associazioni di volontariato. “Abbiamo letto – si legge nella nota – l’intervento del primo cittadino comasco e ci vien da dire che le persone senza dimora non sono necessariamente migranti. Ci sono anche diversi italiani senza casa. Non sono necessariamente delinquenti ma è evidente che spesso hanno fragilità o dipendenze o le sviluppano trovandosi a vivere in strada. Scacciarle in meandri sempre più remoti della città, privandole di coperte, risorse e dignità, non tutela né la nostra sicurezza né la nostra umanità. Semplicemente le nasconde agli occhi delicati della città ma, al contrario di ciò che si vorrebbe, è evidente che misure sempre più repressive e sempre meno inclusive esasperano le tensioni e aumentano il senso di insicurezza, senza nessun effetto positivo”.