Il tribunale di Como condanna a una pena pesante il capo della banda che è tuttora latitante. Processati con il rito abbreviato i due complici
Sedici anni e tre mesi di reclusione: è la pena inflitta dai giudici del tribunale di Como (Carlo Cecchetti, presidente, Francesca Banfi e Daniela Falloni, a latere) a un 31enne georgiano, residente a Ponte Chiasso, ritenuto responsabile, assieme a due complici, di una serie di rapine messe a segno nei primi tre mesi del 2020, fra cui l’assalto banditesco del 17 febbraio a un distributore di benzina di via Breggia a Vacallo, che fruttò un bottino di 2’000 franchi e 1’800 euro, che un impiegato minacciato con un coltello fu costretto a consegnare. Il georgiano è stato giudicato in contumacia in quanto latitante dal giorno della rapina del 5 marzo 2020 ai danni di una gioielleria di via Adamo del Pero, nel centro cittadino di Como. Nell’occasione il georgiano, armato di coltello, si fece consegnare orologi e gioielli, mentre entrò successivamente nel negozio un secondo complice. Quest’ultimo, unitamente a un terzo membro della banda che aspettava in macchina, furono arrestati dai carabinieri, mentre il georgiano è da allora latitante.
La serie di rapine era iniziata il 6 febbraio 2020 a un distributore di benzina di via del Doss a Como (bottino 7mila euro): nella fuga per far desistere i tentativi di inseguimento da parte dei carabinieri furono esplosi alcuni colpi di pistola. Il secondo assalto avvenne il 14 febbraio al Gran Mercato di Sagnino (bottino 3’800 euro). Poi, la rapina di Vacallo e infine l’assalto banditesco di via Adamo del Pero, che è coinciso con la fine delle scorribande del georgiano e dei suoi complici che, con rito abbreviato, sono stati condannati a pene comprese fra i 3 e i 5 anni. La modalità di azione era sempre la stessa: passamontagna in testa, coltello da sub in pugno o pistola per minacciare chi si fosse trovato sulla loro strada, il colpo e poi la fuga a piedi fino a raggiungere l’auto.