Stando all'accusa l'uomo avrebbe fatto sparire oltre 3 milioni di euro. In corso il processo a Roma
Un consulente finanziario di Cassino, con studio professionale a Lugano, dove risiede da anni, è finito sotto processo a Roma per circonvenzione di incapace, finalizzata alla truffa e all'appropriazione indebita, ai danni di un regista, sceneggiatore e autore televisivo vincitore di un Leone d'oro al Festival di Venezia. Sul banco degli imputati, oltre al consulente finanziario, ci sono finiti pure la sorella, la moglie e un operatore cinematografico. Il raggiro, secondo l'accusa, avrebbe permesso di sottrarre oltre 3 milioni di euro al regista e alla sua consorte.
Le vittime erano state convinte dal consulente finanziario a cedere alcuni beni, compresa la loro casa romana. E con i soldi ricavati dalla vendita avevano aperto due conti correnti, a cui l'imputato principale aveva libero accesso, tanto da usarli come una sorta di bancomat. I fatti risalgono al biennio 2017-2018. L'uomo è accusato di aver inculcato ai coniugi la convinzione che il loro patrimonio fosse a rischio bancarotta se non avessero venduto subito un attico di loro proprietà nel centro di Roma e se non si fossero affidati a lui, dandogli la delega a operare sui loro conti correnti.
E così il consulente finanziario attraverso la moglie e la sorella, avrebbe fatto sparire denaro, mobili, opere d'arte e le quote azionarie di un villaggio turistico a Montemaggiore Al Metauro (Pesaro-Urbino). "Ci hanno portato via i beni di una vita intera, 40 anni di sacrifici andati perduti", hanno raccontato il regista e la moglie nel rievocare in aula la loro triste vicenda di cui si aveva avuto notizia cinque anni fa nel corso di una trasmissione di Rai Uno. In quella occasione si era cercato di contattare il consulente finanziario, anche in riva al Ceresio. Una ricerca rimasta senza esito.