L'uomo era accusato di evasione fiscale e bancarotta fraudolenta. Un secondo amministratore ha scelto il processo in aula
Cinque anni la condanna patteggiata in sede di udienza preliminare da un ingegnere canturino, residente a Vacallo con studio professionale a Chiasso, ex assessore comunale nella città del mobile in giunte leghiste, arrestato lo scorso novembre a Brogeda, assieme a un secondo ex amministratore canturino, residente a Morcote, che ha scelto il processo in aula. La sentenza di condanna è stata pronunciata dal gup Cristiana Caruso che ha ratificato l'accordo fra accusa (Antonia Pavan) e difesa (gli avvocati Davide Giudice e Paolo Santarelli).
L'ingegnere canturino ha scelto la strada del rito alternativo per beneficiare della riduzione di un terzo della pena. La giudice delle udienze preliminari, che nelle scorse settimane gli ha concesso gli arresti domiciliari, ha sentenziato come pene accessorie “l'interdizione dai pubblici uffici” e “dagli uffici direttivi delle persone giuridiche”. Il patteggiamento che in punta di diritto, ricordiamo, non significa ammissione di colpevolezza, fa riferimento a numerosi reati contestati dalla Procura di Como a una decina di imputati, fra cui i due ex assessori da anni residenti in Ticino. Tra i reati c’è anche una presunta malversazione di erogazioni pubbliche per 300mila euro. Soldi ricevuti dallo Stato nell'ambito del Fondo di Garanzia (150mila euro nell'aprile 2021 e 150mila euro nel giugno dello stesso anno) che invece di essere utilizzati a favore di società immobiliari sarebbero confluiti sui conti correnti di uno studio legale di Chiasso, per poi essere utilizzati per acquistare le quote di una società di Lugano. C’è anche la bancarotta fraudolenta e sottrazione al pagamento delle imposte. Somme di denaro che sarebbero state utilizzate per finanziare tre società svizzere, due con sede a Chiasso e la terza a Lugano.
Ricordiamo che tra i fatti accertati dalle Fiamme gialle del Nucleo di Polizia economico-tributaria della Guardia di finanza di Como, c'è che dal 2014 in avanti per i due professionisti canturini ci sarebbe l'acquisto di cinque terreni, soprattutto a Fino Mornasco, poi rivenduti alla grande distribuzione. Operazioni che stando all'accusa avrebbero consentito alle immobiliari comasche di realizzare ingenti guadagni, nell'ordine di cinque milioni di euro. Guadagni sui quali non sono state pagate le tasse, anche perché le immobiliari sono state fatte fallire.