Il numero è in calo rispetto al 2023. Sembra invece essersi arrestata la fuga di medici verso il Ticino. Oltre duecento giorni per una mammografia
In provincia di Como si calcola che il 10% dei pazienti a fronte delle difficoltà nell'accesso alle cure – per via dei tempi sempre più lunghi per fare le visite diagnostiche e non potendo pagare di tasca propria il ricorso alle strutture sanitarie private – rinunciano a farsi curare. Una situazione che fa a pugni con l'articolo 32 della Costituzione italiana che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Una garanzia, quella delle cure gratuite, sempre più sulla carta. Non solo a Como, il fenomeno riguarda infatti tutta la penisola, dalle Alpi alla Sicilia.
Nel comasco la difficoltà all'accesso alle cure è accentuata a causa della carenza negli ospedali soprattutto di personale infermieristico, che continua a calare. Oggi negli ospedali lariani gli infermieri in servizio sono 974, lo scorso anno erano 1’063. Quelli che mancano hanno varcato il confine. Sembra invece essersi fermata l'emorragia di medici, ma continuano a essere insufficienti: non bastano ad accorciare le liste d'attesa, come certificano i numeri pubblicati dagli ospedali comaschi. Sono 213 i giorni di attesa per una mammografia bilaterale al vecchio Sant’Anna (al Valduce 388), 111 giorni per una visita ginecologica al nuovo ospedale, alla pneumologia dell’Asst Lariana per una visita ce ne vogliono 134 a Como e 139 a Cantù, l’attesa per una spirometria arriva a 147 giorni in via Napoleona. Per una colonscopia 145 giorni a Como e 169 a Cantù (192 al Valduce) e ancora 145 giorni per una visita di controllo nefrologica al Sant’Anna. Altri 174 per una visita endocrinologica in via Napoleona. Per una cataratta 235 giorni al Sant’Anna, mentre al Valduce bisogna aspettare 302 giorni per una visita oculistica. Sempre in via Dante 244 per un ecodoppler ai tronchi sovraortici, oppure 297 per una visita dermatologica. A Villa Aprica le attese più lunghe si registrano per una visita oculistica, 301 giorni.
Secondo l’Ordine dei medici di Como ormai il sistema sanitario riconosce solo il 50% delle visite, il 43% delle prenotazioni specialistiche viene effettuato in regime di libera professione, ovvero a pagamento. La Regione Lombardia, superata la pandemia, confida nel 2024 di ritrovare una (quasi) normalità. “A me la situazione pare invece peggiorare – sostiene Massimo Monti, segretario provinciale della Fimmg, federazione medici di medicina generale –. Confidiamo nel nuovo Cup unico che la Regione intende costruire da quest’anno e che deve comprendere anche l’offerta dei privati”. La promessa di un unico centro di prenotazione viene ripetuta dal 2016.