Confine

A Como si fa sempre meno spesa

Calano i consumi nel capoluogo lariano, complice l'inflazione e il numero di turisti dell'acquisto inferiore alle aspettative

Fioriscono invece i centri commerciali a ridosso della frontiera
(Ti-Press)
5 marzo 2024
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Scontrini della spesa in picchiata lo scorso gennaio. A Como, rispetto allo stesso mese del 2023, i consumi sono calati dell'8,6%. Percentuale da primato regionale, considerato che il valore medio della spesa in Lombardia è cresciuto del 7,4%. Alle spalle di Como troviamo Pavia, Mantova e Monza. Sotto la media regionale Sondrio, Lecco e Varese. Il calo più accentuato lo si è registrato nel carrello della spesa. Questo perché l'inflazione riferita agli alimentari continua a essere alta, essendo poco sotto il 10%, per cui i prezzi non scendono. Anche la stagione dei saldi non ha dato i risultati sperati. A Como, fa sapere Confcommercio, è andata delusa l'attesa della clientela ticinese, che comunque continua a essere sostenuta nella grande distribuzione. Non abbastanza per sostenere il calo dei consumi dei comaschi. A beneficiare dei turisti della spesa rossocrociati sono principalmente i supermercati a ridosso del confine. Strutture commerciali che guardano al futuro con ottimismo. Lo conferma il fatto che i supermercati continuano a crescere come funghi. Dall'inizio dell'anno ne sono stati aperti due, uno a Olgiate Comasco, l'altro a Villaguardia, comune dove nei giorni scorsi sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo supermercato. Idem a Como, a ridosso dell'uscita dell'autostrada. L'ottimismo deriva anche dal fatto che dallo scorso 1° febbraio, la soglia minima di spesa per il rimborso dell'Iva è scesa da 154 a 79 euro. Una Tax free più che dimezzata che consente ai turisti, compresi quelli del carrello della spesa, e quindi non solo coloro che frequentano boutique e gioiellerie, di beneficiare del rimborso dell'Iva, che tradotto in soldoni significa uno sconto del 22% sul prezzo indicato nello scontrino.