Creata nel 2000, è gestita dal ticinese Giancarlo Galli. Ma alcune parti del rifugio sono abusive e le autorità locali ne chiedono l'abbattimento
È a rischio “L'oasi degli animali felici”, realizzata sui monti tra Brissago Valtravaglia e Mesenzana, nell'alto Luinese, poco distante dal Locarnese. È stata creata nel 2000 dal “Noè ticinese”, Giancarlo Galli, 83enne: un passato di direttore e ispettore delle dogane e istruttore delle guardie di confine svizzere.
Il titolare del rifugio è sulle spine in quanto alcune casette, costruite nel corso degli anni per poter ospitare un numero crescente di animali (attualmente sono oltre 500), sono risultate abusive: le autorità dei due Comuni varesini con un'ordinanza hanno intimato la loro demolizione. Abbattere la casette rappresenterebbe un pericolo per gli animali, soprattutto in questo periodo invernale. Il “Noè ticinese” lo scorso 18 dicembre con una petizione ha lanciato un Sos, soprattutto in canton Ticino da dove arriva la maggior parte delle sovvenzioni sia da privati che associazioni. La petizione sulla piattaforma change.org ha già raccolto 1'080 (l'ultimo aggiornamento) firme. «Se non potrò più accogliere i miei animali, cercherò un altro posto – ha fatto sapere Galli –. Magari nella mia Svizzera». Nell'oasi (uno dei più grandi rifugi in Italia) vengono accolti animali abbandonati o feriti. Quelli selvatici una volta guariti tornano liberi al proprio habitat. Nel corso degli anni a Brissago Valtravaglia sono arrivati cani, gatti, pappagalli, tortore, piccioni, oche, galli, galline, maialini vietnamiti, cinghiali, pecore, capre, volpi, cavalli, conigli e tante altre specie.