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Renzo Fontana. Bestiario ticinese

Il Comune di Balerna inaugura sabato un’esposizione dedicata allo scultore balernitano dallo stile inconfondibile. Visitabile fino al 24 settembre.

23 agosto 2023
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Galli, galline e pulcini, volpi e oche, cervi e cani, ovini e bovini… animali comuni, comunissimi, che riportano a una geografia familiare, un luogo domestico che sta a pochi passi da casa, dalle nostre case. Di quel bacino animale e contadino si nutrivano le visioni dello scultore di Balerna Renzo Fontana, saldamente abbarbicato alla sua terra e alla gente di quella terra. Un artista che con il bronzo (ma non solo) ha dato volumi ed espressività a soggetti comunemente considerati “poveri, subordinati”, ma che raccontano, anche loro, la storia di un territorio, dando vita a un “bestiario” ticinese.

Il Dicastero cultura del Comune di Balerna intende rendere omaggio allo scultore balernitano con la mostra ‘Renzo Fontana, artista-scultore. Un’esposizione’, allestita nella Sala del Torchio e nel Giardino della Nunziatura, visitabile dal 26 agosto fino al 24 settembre prossimo. La vernice dell’esposizione – curata dall’artista di origini irachene Al Fadhil e presentata alla stampa negli scorsi giorni – si svolgerà sabato 26 agosto, dalle 18, con ritrovo davanti al Municipio di Balerna, dove campeggia il Gallo che canta, scultura che Fontana ha realizzato per l’ente negli anni Ottanta, divenuto simbolo di una comunità.

L’iniziativa espositiva è frutto di un lungo e appassionato lavoro che ha coinvolto anche la popolazione ticinese. Il Dicastero, lo scorso febbraio, ha infatti lanciato un appello chiedendo a chi avesse opere o materiali documentaristici riguardanti l’artista di metterli a disposizione della mostra. Richiesta che ha dato i suoi frutti, poiché una sessantina di privati ha risposto presente.

Amore per gli animali

«Era un tipo modesto, timido e schivo» e anche estremamente generoso. Così viene ricordato Fontana, nato a Balerna il 14 febbraio 1920 e morto a Morbio Inferiore il 31 maggio 2007, di cui sono ricorsi i cento anni dalla nascita nel 2020. Negli 87 anni intercorsi fra le date estreme, lo scultore ha dato corpo a un patrimonio artistico considerevole (con destinazione pubblica e privata): si potrebbe dire, con iperbole, che quasi tutti i ticinesi hanno un Fontana in casa. «È uno fra gli artisti locali più popolari nel cantone, da nord a sud, ed era riconosciuto anche a livello internazionale», ha spiegato Al Fadhil, considerando ancora che lo scultore «trovò il modo migliore per comunicare con la gente, esprimendo un linguaggio a metà fra mondo reale e mondo artistico. Un suo modo che è, ancora oggi, contemporaneo». Non a caso è considerato uno dei rappresentanti della scultura animalistica – che non è decorativismo –, per cui è stato ammirato fra gli anni Quaranta e Cinquanta. Soggetti contadini, di fattoria in cui lo scultore – ha scritto lo storico dell’arte Paolo Blendinger – “ha saputo rendere l’espressività, l’eleganza, la presenza viva dell’animale domestico da un punto d’osservazione profondamente realistico, ma capace anche di portare quelle valenze simboliche e allusive che avevano fatto grande l’arte del passato”.

Quegli animali, Renzo li ha amati sin da bambino, quando passava il tempo a disegnarli. Dopo il Ginnasio cantonale a Lugano, ha svolto un apprendistato a Milano, dallo scultore Giovanni Oreste Pozzi; frequentando in seguito istituti a Milano, Bergamo e Zurigo (dallo scultore Haller). Nel tempo, ha approfondito i soggetti animalistici (appartenenti soprattutto al mondo selvatico e contadino), cui si è dedicato totalmente (o quasi) a partire dai primi anni Quaranta, lavorando anche sulla sintesi formale. Sempre a quell’epoca, ha iniziato a esporre in varie mostre, in Italia, Ticino e nel resto della Svizzera: una su tutte, si segnala l’esposizione ‘Arte del Ticino’ allestita nel 1945 al Kunsthaus di Zurigo.

In Ticino poi, si cita dai contributi della cartella stampa, non è difficile imbattersi in alcune sue opere come ‘Il volo dei cigni’ a Melide, ‘Il volo dei gabbiani’ a Morcote e ‘Il cervo’ alla clinica psichiatrica di Mendrisio.

‘La giusta vibrazione’

I pezzi in allestimento, in particolare quelli zoomorfi, hanno volumi pieni e semplici, che definiscono forme prime, essenziali. Fontana, nella sua intensa carriera, si è dedicato anche all’arte funeraria, ai rilievi con figure umane, al disegno dal tratto deciso (prediligendo la sanguigna). Influenzato da Marino Marini, il suo fare era animato da estro e creatività e, soprattutto, dall’attaccamento alla società cittadina, al territorio.

L’esposizione – che rappresenta un passo verso la riabilitazione di un artista amato dalla popolazione ma trascurato dalla critica – ha una doppia ramificazione: una nella Sala del Torchio – che presenta una selezione di opere fra sculture, disegni, ceramiche, lastre, schizzi preparatori – e una esterna con l’allestimento nel bel Giardino della Nunziatura di una trentina di immagini di alcune sculture di Fontana scattate dal fotografo Adriano Heitmann. La mostra fotografica all’aperto è stata concepita per mostrare quelle opere dell’artista che, per dimensione ed esposizione in luoghi pubblici o privati, non è stato possibile portare a Balerna. In occasione della conferenza stampa, il curatore ha altresì annunciato la volontà di pubblicare un catalogo monografico ragionato; volume che vedrà verosimilmente la luce nei prossimi due anni.

Infine, il finissage della mostra è stato organizzato in collaborazione con il Comune di Morcote che, nel Parco Scherrer, ospiterà un momento conviviale domenica 24 settembre, dalle 17, con letture di Cristina Zamboni e un accompagnamento musicale. Dettagli: www.balerna.ch, www.visitmorcote.ch.