La regione registra un successo turistico. Ma c’è il rischio di un ‘overtourism’. Si pensa a delle contromisure a tutela del territorio
Si chiude una stagione turistica senza precedenti per il lago di Como. Quest'anno le strutture ricettive lariane hanno registrato un tasso di occupazione del 100 per cento. A dirlo in occasione del Tavolo per la competitività della Camera di Commercio di Como-Lecco è stata l’assessore al Turismo di Regione Lombardia Barbara Mazzali. L’assessore non ha negato, però, anche l’altro lato della medaglia di tanto successo, ovvero il rischio che l’‘overtourism’ comporta per l’equilibrio del territorio e la vivibilità per i residenti (oltre che per gli stessi visitatori).
Per il futuro Mazzali ha indicato come obiettivo la necessità di “armonizzare la straordinaria e solida crescita del comparto turistico lariano, con le esigenze delle comunità locali e dei territori-gioiello, oggi tra le prime mete a livello nazionale, insieme a Roma, Venezia e Firenze. Con gli ‘stakeholder’ del territorio oggi abbiamo condiviso la soddisfazione per lo straordinario successo turistico del Lago di Como, in corso ormai da anni, e che anche in questa stagione estiva ha riscosso grandi numeri, con flussi di turisti da tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia".
L'assessore regionale al turismo ha aggiunto che "a fronte di questo successo turistico, vanno prese misure per contestualizzare il fenomeno turistico al territorio, a partire da un’attenta programmazione e da una efficace gestione di servizi e attività che veda al centro i lombardi che lo vivono”. Nel corso dei lavori del Tavolo della competitività si è parlato anche di infrastrutture e servizi per la mobilità, inclusa quella lacuale, per ampliarne l’offerta. Richieste che saranno portate all'attenzione di Regione Lombardia.
Al tavolo si è parlato anche di ‘competizione’ con la Svizzera. "Non in subordine è il tema della formazione dei nostri operatori rispetto alla concorrenza della vicina Svizzera, la disponibilità e la preparazione del capitale umano – ha osservato Barbara Mazzali – sono fondamentali allo sviluppo dell’industria turistica”. C'è d'aggiungere che in Svizzera, ma soprattutto in Canton Ticino, pure nel settore turistico lavorano moltissimi frontalieri: da qui la concorrenza di cui parla l'assessore regionale lombardo. E non potrebbe essere diversamente se si considerano gli stipendi pagati al di qua e al di là della ramina.