Il 31enne vodese che a ottobre aveva seminato il panico sulla statale del Sempione aveva disturbi, ma contenuti. Lo dice la perizia psichiatrica
Disturbi sì, ma nessuna infermità mentale. È il risultato della perizia psichiatrica svolta, su incarico dei giudici di Verbania, nei confronti del 31enne vodese che lo scorso 8 ottobre aveva seminato il panico lungo la statale del Sempione brandendo anche un fucile, prima di essere fermato dai Carabinieri a Stresa, in località La Sacca. Dagli esami psichiatrici a cui l’uomo si è sottoposto sono dunque emersi disturbi antisociali, narcisismo e megalomania. Ma non un’infermità di mente.
Dopo aver dato in escandescenze a una pompa di benzina col fucile imbracciato e sotto influsso di alcol e droga, quell’8 ottobre l’uomo era salito a bordo della sua auto, sempre con l’arma in mano, minacciando anche i passanti e speronando 15 vetture durante la sua folle corsa. Intercettato da una pattuglia, aveva provato a seminarla, prima di essere definitivamente neutralizzato a Stresa. Agli esami medici a cui era stato successivamente sottoposto era risultato positivo a droghe e alcol. Aveva poi fatto parlare di sé anche dietro le sbarre, rendendosi protagonista di un’aggressione a cinque agenti della Polizia penitenziaria di Verbania e danneggiando alcuni mobili, prima di essere trasferito a Torino.
Allo psichiatra, come riportano i media italiani, ha raccontato una storia confusa: l’uomo, con simpatie neonaziste e con alle spalle due anni di ricovero in una struttura psichiatrica, sarebbe stato atteso a Cipro per un traffico d’armi. Alla giustizia italiana dovrà rispondere di detenzione e porto di armi, minaccia aggravata e lesioni personali.