Confine

Meno ossigeno in profondità, meno coregoni nel Maggiore

I primi risultati di uno studio del commissariato italiano per la convenzione italo-elvetica sulla pesca, avviato 4 anni fa

Coregoni
(Ti-Press)
18 ottobre 2022
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Sempre meno coregoni nel Lago Maggiore. Per indagarne le ragioni, quattro anni fa il commissariato italiano per la convenzione italo-elvetica sulla pesca aveva avviato uno studio, ora giunto alla fase finale. «Una prima risposta indicativa di quello che sta succedendo l’abbiamo ottenuta – ha anticipato il commissario Marco Zacchera, ex parlamentare che da sempre si occupa di pesca e delle regole che tutelano la popolazione ittica del Lago Maggiore –. Le bondelle si riproducono nel periodo invernale in media a 70 metri di profondità, dove si è assottigliata la concentrazione di ossigeno. Ciò incide sulla vitalità delle uova. La carenza di ossigeno riduce la consistenza del sacco vitellino, che è il nutrimento subito dopo la schiusa degli avannotti: è una riserva per poter sopravvivere all’adattamento ambientale».

Per tutelare la specie dei coregoni il commissariato per la pesca da due anni ha esteso le date del divieto di cattura dal 1° novembre al 31 gennaio, per dare la più ampia protezione alle femmine nella stagione riproduttiva. I coregoni, immessi nel Maggiore dal 1865 con pesci del Lago di Neuchâtel, sono considerati a livello ministeriale specie non autoctona. Ciò ha finora escluso i tentativi di ripopolamento.